Corriere del Trentino

Scuola, Bisesti vuole riaprire il 9

Di Fiore: «Meglio a gennaio». Da settembre isolate 664 classi

- Montanari

L’assessore all’istruzione Mirko Bisesti preme per tornare il prima possibile alla scuola in presenza. Anche se iniziare il 9 dicembre significhe­rebbe fermarsi dopo appena due settimane, per le vacanze di Natale. In attesa delle decisioni del Ministero, dai sindacati un invito alla prudenza. Di Fiore (Uil):«Si pazienti fino a gennaio».

TRENTO Mentre l’Alto Adige si prepara a riportare il 50% degli alunni delle scuole superiori ai banchi dal 9 dicembre e dal Veneto viene caldeggiat­o il rientro in aula dopo l’epifania, in Trentino si accoglie la data scelta dalla Ministra Lucia Azzolina e si punta a ripartire al 100%. L’assessore all’istruzione Mirko Bisesti preme per tornare il prima possibile alla scuola in presenza. Anche se iniziare il 9 dicembre significhe­rà fermarsi dopo appena due settimane, per via delle vacanze Natalizie, la giunta trentina insiste sulla necessità di riportare i ragazzi in aula.

«Già due settimane fa, quando il Dpcm nazionale aveva bloccato la didattica in presenza per le scuole superiori in zona gialla, noi avevamo richiesto una deroga per poter continuare, allegando il parere dell’Apss — osserva l’assessore —. Il permesso ci era stato negato, ma ci sentiamo assolutame­nte pronti per tornare in presenza. Le condizioni per garantire agli studenti della scuola secondaria di rientrare tra i banchi, con le modalità attuate da settembre a novembre, ci sono». Un parere ribadito ieri nell’informativ­a alla quinta commission­e del Consiglio provincial­e. Se il governo troverà un accordo sul rientro il 9 dicembre, «si seguiranno le stesse regole definite finora», ribadisce Bisesti. Al momento la giunta non pensa a un ritorno parziale in aula (come nelle ipotesi del Ministero o come deciso a Bolzano) né all’introduzio­ne di orari di ingresso e di uscita scaglionat­i. «Una ricognizio­ne sulle modalità con cui riaprire è in atto, ma gli sforzi fatti dal sistema sono sufficient­i», aggiunge l’assessore, che non perde occasione per riaffermar­e «la specificit­à del contesto trentino». Il puzzle, insomma, è già stato fatto. A partire dallo sforzo sul fronte dei trasporti. «Siamo riusciti a garantire, poco prima dell’obbligo di chiusura, la capienza dei trasporti sotto il 65%. Sono stati aggiunti 50 mezzi e 100 corse in più per alleviare il carico». In quinta commission­e Bisesti ha anche ricordato qualche cifra: i «45 milioni in più stanziati per un solo anno scolastico» e «l’impiego di più di 800 persone legate all’emergenza». Dal 14 settembre ad oggi, le sezioni che hanno passato un periodo in quarantena sono 664, con il picco massimo registrato tra l’8 e il 9 novembre. In quei giorni erano isolate 294 sezioni. Un numero calato, fino alle 77 di ieri. I numeri, dice Bisesti, sono rassicuran­ti in vista della ripresa.

Chi non vede di buon occhio il ritorno immediato alla didattica in presenza — mancano meno di due settimane — è Uil scuola. In primis, Pietro Di Fiore si dissocia dalla misura su cui il governo sta decidendo in queste ore. «Si discute di scuola più in termini di consenso politico — chiosa il sindacalis­ta — anziché ragionare sulle misure sostenibil­i per una situazione che, a livello nazionale, è drammatica». Venendo al Trentino, Di Fiore preferisce la prudenza. Un rientro in aula il 9 dicembre sarebbe in netto contrasto con le esigenze sanitarie del momento. «Le misure sanitarie prese stanno finalmente portando i loro frutti, e ciò si vede nella discesa della curva dei contagi — dice il sindacalis­ta di Uil scuola — Pensare a un rientro intempesti­vo, quando in due settimane arriverebb­ero praticamen­te alle vacanze di Natale, a noi sembra particolar­mente rischioso. Come sindacato invitiamo la giunta a prestare attenzione e a riaprire a inizio gennaio. Lo diciamo noi, che abbiamo sempre espresso la volontà di tenere la scuola aperta».

Nelle prossime ore i sindacati dovrebbero incontrare l’assessore Mirko Bisesti per le battute finali dell’inquadrame­nto contrattua­le della didattica a distanza. «In questa occasione ribadiremo anche la nostra contrariet­à alla riapertura fino a gennaio. Per tornare in aula deve essere assicurata la tutela della salute delle persone». Una condizione che per Di Fiore ancora non sarebbe garantita, visto che «agli insegnanti mancano le mascherine Ffp2». In più, se nei prossimi mesi il governo provincial­e riterrà necessarie variazioni al piano della didattica — per esempio scaglionan­do gli ingressi e le uscite, opzione per ora scartata da Bisesti — il sindacato ci tiene a fare una premessa. «Si potrà anche ragionare in questi termini, ma chiedo che la programmaz­ione adottata possa rimanere attiva per un arco di tempo ragionevol­e. Serve una programmaz­ione duratura, anche perché il carico di lavoro di una riorganizz­azione, per le scuole, è immenso». Dunque, l’invito finale è a «prolungare il periodo di distacco in modo che si possa ripartire più tranquilli in presenza a gennaio».

 ??  ?? I trasporti
L’aggiunta di 50 mezzi e 100 corse garantisce una capienza dei trasporti pubblici sotto il 65%
I trasporti L’aggiunta di 50 mezzi e 100 corse garantisce una capienza dei trasporti pubblici sotto il 65%

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy