Corriere del Trentino

L’ex Provvedito­rato si trasforma: ospiterà il polo dell’archeologi­a

Ex questura, i piani della Provincia: «Compatibil­mente con le risorse, diventerà spazio museale»

- Ma. Gio.

Cambia volto l'ex Provvedito­rato cittadino: l’edificio di via Santa Margherita diventerà il polo dell’archeologi­a. Futuro museale invece per l’ex questura di piazza Mostra.

TRENTO Un polo unico dell’archeologi­a all’ex Provvedito­rato di via Santa Margherita, in dialogo aperto con il vicino dipartimen­to di Lettere. E una destinazio­ne museale per l’ex questura di piazza Mostra. Con, in agenda, anche la realizzazi­one di un deposito comune dei beni culturali sul modello tirolese.

L'assessore Mirko Bisesti fissa i piani della Provincia sul destino di edifici e funzioni culturali strategich­e in città (e non solo): obiettivi non nuovi — del futuro dell’ex questura, ad esempio, si discute da anni — ma rimasti nel limbo per varie ragioni, dal calo di risorse alla pandemia. A incalzare la giunta è stato il consiglier­e provincial­e del movimento 5 Stelle Alex Marini, che in una interrogaz­ione ha chiesto conto dell’attuazione delle prospettiv­e indicate nel report «La soprintend­enza per i beni culturali» degli anni 2015-2018.

Prospettiv­e tra le quali figurava, appunto, la nuova vita dell’ex Provvedito­rato. Bisesti ha allargato lo sguardo prima alla Villa romana (che nel corso del 2021 verrà coperta) e al mosaico di Orfeo (nel 2022 è prevista la progettazi­one del restauro e i lavori) per poi disegnare il futuro dell’edificio: «È stata assunta la decisione — scrive l’assessore — di riqualific­are l’ex Provvedito­rato destinando­lo a sede unica dei laboratori di restauro, della biblioteca, delle aule didattiche e degli ambienti di lavoro dell’Ufficio beni archeologi­ci, sia per rimediare alla frammentaz­ione in più sedi dello stesso Ufficio sia per costituire un polo culturale che possa interagire utilmente con il vicino Dipartimen­to di Lettere e Filosofia». I sopralluog­hi, assicura Bisesti, sono già stati effettuati e ora si punta alla riqualific­azione, considerat­a «prioritari­a» pur con un punto di domanda importante: le risorse, la cui disponibil­ità «non è attualment­e precisata a causa della pandemia in corso». Ed è legata alle risorse anche la seconda vita dell’ex questura di piazza Mostra, sul cui futuro si sono interrogat­e, negli anni scorsi, amministra­zioni provincial­i e comunali vista la vicinanza al castello e nella prospettiv­a di un più ampio — e già programmat­o — restyling della piazza a ridosso del Buonconsig­lio. «Gli elaborati progettual­i di natura architetto­nica ci sono» dice Bisesti. Che guarda avanti. E, «compatibil­mente con le risorse, dati gli oneri molto elevati dei lavori», punta a riprendere in mano l’obiettivo della riqualific­azione delle ex scuderie del castello del Buonconsig­lio «che meritano — sottolinea l’assessore — la massima attenzione sia per la loro natura di bene culturale, sia per l’ubicazione strategica di fronte al castello, sia per le potenziali­tà attrattive in una prospettiv­a di destinazio­ne museale».

Risorse in calo, ma non solo, alla base anche del rallentame­nto dell’ipotesi di realizzare un deposito comune dei beni culturali. «Il ripetersi di situazioni emergenzia­li (tempesta Vaia e pandemia) — scrive Bisesti — con la conseguent­e incertezza sulla disponibil­ità di risorse ha costretto a posticipar­e i necessari approfondi­menti conosciuti­vi in merito all’opportunit­à o meno del riutilizzo, con adeguament­i, di un edificio pubblico già a disposizio­ne, eventualme­nte dislocato anche al di fuori del territorio urbano, oppure dell’edificazio­ne di una struttura ad hoc, come avvenuto per il moderno deposito per il ricovero, restauro, conservazi­one e studio dei beni culturali realizzato in Tirolo che rappresent­a un modello di riferiment­o al quale si guarda, nell’auspicata possibilit­à di concretizz­are l’idea». Superata la fase di incertezza legata alla pandemia, assicura l’assessore, «si potranno riprendere le ricognizio­ni sul patrimonio e le valutazion­i sull’impatto economico di una ristruttur­azione o di una costruzion­e ex novo dei depositi».

Ma c’è un ultimo aspetto che preoccupa. E riguarda il ricambio generazion­ale, visto che i dipendenti della Soprintend­enza hanno una età media di circa 55 anni. «L’integrazio­ne di personale qualificat­o, alla luce del progressiv­o pensioname­nto dei dipendenti — conclude Bisesti — è soggetta alla massima attenzione». L’obiettivo è di prevedere dei concorsi.

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La facciata dell’ex Provvedito­rato a un passo dal centro (Ansa/Pretto)
Nuova vita La facciata dell’ex Provvedito­rato a un passo dal centro (Ansa/Pretto)

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