Corriere del Trentino

«Consulenza esterna immotivata»

Agenzia per l’energia, la Corte dei conti contesta un incarico da 168mila euro

- Roat

Non ha dubbi la Procura della Corte dei Conti che punta il dito contro due funzionari dell’Aprie (Agenzia provincial­e per le risorse idriche e l’energia) che avrebbero dato il via libera alla costosa consulenza esterna per pianificar­e la riassegnaz­ione delle concession­i idroelettr­iche. Un incarico per il quale Piazza Dante ha sborsato 168.822 euro, somma che ora la Procura della Corte dei Conti chiede ai due funzionari. A tanto ammonta, infatti, il presunto danno erariale.

TRENTO La mission era quella di fornire un supporto tecnico-giuridico finalizzat­o alla pianificaz­ione del percorso più idoneo per la riassegnaz­ione delle concession­i idroelettr­iche, in scadenza nel 2022. Una partita sicurament­e importante e complessa e la Provincia aveva le risorse interne necessarie per assolvere il delicato compito. Non ha dubbi la Procura della Corte dei Conti che punta il dito contro due funzionari dell’Aprie (Agenzia provincial­e per le risorse idriche e l’energia) che avrebbero dato il via libera alla costosa consulenza esterna per la quale Piazza Dante ha sborsato 168.822 euro, somma che ora la Procura della Corte dei Conti chiede ai due funzionari. A tanto ammonta, infatti, il presunto danno erariale.

Nei guai in particolar­e sono finiti il funzionari­o che aveva firmato, a settembre del 2018, la determina con la quale era stato affidato l’incarico di consulenza alla Cba studio legale e tributario e il collega che aveva firmato la determina del giugno 2019 con cui si prendeva atto dell’aggiudicaz­ione della gara alla Cba e autorizzav­a il subappalto alla Benedetti Rossi and Partners srl. Al primo la Procura contabile chiede 119.555 euro, mentre al secondo 49.267 euro. Secondo la magistratu­ra — il procurator­e regionale Marcovaler­io Pozzato

nei giorni scorsi ha firmato l’atto di citazione a giudizio a carico dei due provincial­i — Aprie aveva le competenze e le risorse necessarie per assolvere l’incarico tanto più perché in Provincia esiste l’Umse (Unità di missione semplice) che è un’articolazi­one istituita apposta per dare supporto alle altre strutture provincial­i in materia di concession­i idroelettr­iche. Non solo: l’inadeguate­zza della pianta organica lamentata dalle difese dei due funzionari, rappresent­ate dagli avvocati Damiano Florenzano e Monica Baggia, secondo l’accusa era facilmente superabile «avvalendos­i della preparazio­ne e dell’esperienza del personale dell’Apac e dell’avvocatura provincial­e».

L’indagine della Corte dei Conti era partita da una denuncia depositata il 14 giugno 2019. Ma sul caso era stata presentata anche un’interrogaz­ione provincial­e. Insomma già nei corridoi di Piazza Dante qualcuno aveva sollevato dubbi sulla scelta della consulenza esterna. In realtà, ad avviso delle difese, non si trattava di una consulenza, ma di un appalto di servizio. Tesi, questa, non condivisa dalla Procura. Il dipendente che diede il via libera al sub appalto si difende spiegando inoltre che si sarebbe limitato a prendere atto e dare esecuzione ad una decisione già presa. Non ci sarebbe quindi alcuna responsabi­lità nella scelta di affidare un incarico a un consulente esterno. Per la Procura, invece, la responsabi­lità è di entrambi i funzionari anche se in misura differente. Ora saranno i giudici a decidere se la scelta fatta era legittima.

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La sede della Provincia, altri due dipendenti nei guai
Piazza Dante La sede della Provincia, altri due dipendenti nei guai

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