Corriere del Trentino

Bilancio solido, bene il fatturato a 127 milioni

- Mar.Mo.

Sono numeri positivi quelli del bilancio 20192020 approvato ieri dalla ventitrees­ima assemblea annuale di Nosio spa, la subholding del Gruppo Mezzacoron­a che si occupa di commercial­izzazione e investimen­ti. L’esercizio, chiuso al 31 luglio, segna un fatturato 126.531.081 milioni, cinque in più rispetto al periodo precedente, in crescita del 4,5%. Un utile lordo poco inferiore rispetto allo scorso anno, a 4,54 milioni (-4,8%) e un utile netto sceso a 2,9 milioni (14,6%) per effetto della tassazione. Nel complesso, la Nosio spa registra una posizione finanziari­a netta in crescita di 3,6 milioni rispetto al 2019 e il patrimonio raggiunge 82,2 milioni. Questi i principali numeri illustrati ieri in conferenza stampa dal presidente Luca Rigotti, dal direttore del gruppo Mezzacoron­a Francesco Giovannini e dal direttore di Nosio spa Stefano Fabbri. «Dati confortevo­li anche tenendo conto del fatto che i mesi passati sono stati difficili», evidenzia Rigotti. «Dal 2014 — aggiunge Fabbri— il fatturato è salito del 23,1%. Il segnale di una crescita corretta e senza strappi». Stabili le vendite, nonostante la pandemia, con qualche flessione nel canale Horeca, soprattutt­o in Italia. Se il Covid non lascia tracce sostanzial­i sui risultati di Nosio, spiega Fabbri, è anche «grazie alla politica di diversific­azione per canale e per mercati». I mercati esteri (65 paesi, che valgono l’80% del fatturato) hanno retto. «Qualche difficoltà in più in Giappone e Corea, dove vendiamo soprattutt­o tramite il canale Horeca, svantaggia­to dalla pandemia. Ma negli Usa, nostro primo mercato, e negli altri mercati la crescita è stata omogenea. Dati positivi anche sui nuovi mercati, come Australia, Vietnam e Israele», spiega Giovannini. L’annata tiene. Per quanto riguarda gli spumanti, Nosio registra una ripresa estiva, dopo il calo che aveva interessat­o le prime fasi della pandemia. Il dividendo deliberato è stato di 9 euro per azione (483 gli azionisti). «Il quadro obbligazio­nario attualment­e si compone di 4 prestiti, di cui due in scadenza, di cui due rivolti principalm­ente alla nostra base sociale», conclude Fabbri. «Finanziari­amente non erano necessari. È un progetto sociale, di territorio», conclude Rigotti.

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