Andreatta, i nonni, i confini Storie alpine per chi non sa
«Enrico e Elsa, la fine dell’Impero, il ghiacciaio fra Italia e Austria che si scioglie Dopo e 19 luglio 1985, Rompere il ghiaccio completa la trilogia»
Il suo lavoro lo porta in giro per tutta Italia, ma il suo cuore racconta di un’ispirazione radicata nel territorio natale. Filippo Andreatta, roveretano classe 1981, fondatore del collettivo OHT, è un regista teatrale con un piede in Trentino e uno che si sposta continuamente. Ultima tappa: Roma, dove a ottobre ha debuttato il suo ultimo lavoro
al Romaeuropa
Festival.
«Ho iniziato a immaginare di voler raccontare una storia alpina a delle persone che non conoscono il territorio — racconta —.
è il primo testo teatrale vero e proprio che scrivo. Sono partito da un dato di biografia personale, andando a recuperare la storia dei miei nonni e in particolare le lettere che si sono scritti mentre mio nonno Enrico era al confino, accusato di comunismo dai fascisti». Mentre la lontananza divideva Enrico ed Elsa, tra le montagne un altro limite andava al contrario assottigliandosi.
Con lo scioglimento dell’Impero autostroungarico, nel 1919 Italia e Austria scelsero uno spartiacque naturale come confine: una linea di demarcazione in mezzo alle Alpi che coincideva con il ghiacciaio Gräfferner sul monte Similaun a 3.606 metri d’altezza.
Il graduale scioglimento del ghiacciaio ha fatto sì che il confine si stia, letteralmente, sciogliendo, e ora non coincida più con le indicazioni cartografiche di cento anni fa. Tra le parole dei nonni innamorati e il lento sciogliersi dei ghiacci la storia si rivela per quello che è: non un monolite immutabile ma un organismo vivo, composto a sua volta dalle storie delle singole individualità. completa un’ideale trilogia di opere ispirate e dedicate al territorio e alla storia trentina: (2018) è uno spet