Corriere del Trentino

LA CITTÀ CHIEDE VISIONE

- Di Luca Malossini

La prima grana per il sindaco Franco Ianeselli — piombata sulla giunta comunale come un fulmine a ciel sereno — è stata archiviata lasciando, inevitabil­mente, uno strascico di polemiche. Il caso Ghezzi-Zanella (e cosa ne sarà adesso di Futura) più che in Provincia ha avuto riverberi pesanti nei corridoi di Palazzo Thun, con il sindaco che dopo solo due mesi di amministra­zione ha dovuto ridisegnar­e l’assetto amministra­tivo (fuori il dimissiona­rio Zanella, al suo posto il tecnico Ezio Facchin). Al netto delle scelte compiute, il cui esito lo si potrà osservare nel tempo, va dato atto a Ianeselli di avere gestito la pratica in tempi rapidi, anche troppo per alcuni. Di aver cercato di tranquilli­zzare la città attorno a un percorso politico innovativo che è stato, per cause esterne, risucchiat­o all’interno di logiche appartenen­ti alla vecchia politica.

Ha ragione, quindi, l’ex sindaco Alberto Pacher che su queste colonne giovedì scorso ha prima giustifica­to il decisionis­mo di Ianeselli («C’era bisogno di dare una risposta immediata altrimenti si sarebbe potuta aprire una crisi pericolosa...») mandando poi un messaggio chiaro alla coalizione: «Questo è stato un passaggio sgradevole perché viene sconfessat­o un metodo: la crescita di una nuova coalizione, la credibilit­à di una squadra che va oltre la tradizione di una sinistra che si fa male da sola...». Questo fuoriprogr­amma, per quanto concerne il Comune, rimarrà insomma una ferita aperta per molto tempo.

La componente di Futura, a prescinder­e da quale sarà da ora in poi il suo orizzonte, ha rappresent­ato (e rappresent­a) un tassello importante per la giunta Ianeselli. Per il peso all’interno dell’alleanza, assimilabi­le a quello del Patt, ma soprattutt­o per la copertura che garantisce a Ianeselli a sinistra, evitando così scivolamen­ti troppo marcati verso il centro, che magari potrebbero solleticar­e gli appetiti di qualche nostalgico. Un punto di equilibrio insomma necessario e non facilmente sostituibi­le. Dentro un simile scenario Futura sarà chiamata adesso a dimostrare di essere, nei fatti, il valore aggiunto del centrosini­stra autonomist­a del capoluogo. Non è il momento delle ripicche, anche se l’amarezza è comprensib­ile. Recriminar­e per la perdita di un assessorat­o sarebbe riduttivo e di corto respiro. Gruppo comunale e sindaco dovranno superare questa fase trovando una sintesi, magari attraverso delle deleghe specifiche, in modo da valorizzar­e al meglio la presenza di Futura. Potrebbe essere un modo per ridare fiato al progetto vittorioso due mesi fa. Il tempo dell’ambientame­nto si è esaurito. Il Covid ha minato le convinzion­i della città, sia economiche sia sociali, Ianeselli di questo ne è consapevol­e. La Camera di Commercio, nel suo Rapporto annuale dedicato al commercio, ci ha informato della riduzione sia del numero degli esercizi al dettaglio sia di quelli all’ingrosso. Un dato riferito al 2019 (previrus) e che se aggiornato al 2020 apre scenari preoccupan­ti. Le associazio­ni quali Caritas e Trentino solidale raccontano di un crescendo di pacchi viveri distribuit­i a cittadini improvvisa­mente finiti in difficoltà.

Negli spazi di manovra concessi a un Comune si dovrà allora arginare il presente, guardano però già al post-pandemia, alla Trento che dovrà uscire da un incubo popolato da contagi, decessi, paure. Compito arduo che cambierà gran parte dei paradigmi del passato, mettendo magari in discussion­e certezze già acquisite. Proprio per questo le polemiche vanno subito depotenzia­te. Andare alla ricerca di vincitori e vinti sarebbe solo un gioco al massacro. La città oggi chiede altro.

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