Corriere del Trentino

Cronache trentine

Dal prete vice di Carter all’esilio di Mussolini jr, curiosità e «vip» storici nel libro di Panizza

- di Silvia Vernaccini

«Non sono uno storico, sono sempliceme­nte un giornalist­a-scrittore che negli ultimi dieci anni si sta occupando anche di Storia o, meglio, di raccontare “piccole storie” con il metodo del divulgator­e per creare un ponte fra passato e presente» risponde Maurizio Panizza a chi gli chiede del suo ultimo libro Trentino da raccontare (Edizioni Curcu Genovese), più di trenta inchieste, storie sconosciut­e o poco note accadute in Trentino negli ultimi 150 anni.

Preferisce infatti definirsi un «cronista della Storia» Panizza, autore anche di alcuni docufilm, di trasmissio­ni radiofonic­he e rubriche televisive. Ecco dunque che la pubblicazi­one di questo libro ha seguito un iter per così dire naturale: la messa su carta di testimonia­nze dirette, di lunghi anni di ricerche, anche complicate, negli archivi pubblici e in quelli privati, nei carteggi.

«L’obiettivo è quello di far conoscere un Trentino di altri tempi attraverso le vicende umane dei miei personaggi. Fare in modo che i lettori s’immedesimi­no in loro e vengano trasportat­i nelle epoche in cui questi hanno vissuto» dichiara l’autore. Da qui la scelta di delimitare il periodo dalla seconda metà dell’Ottocento all’oggi, per poter recuperare giornali e foto che aiutino nella ricostruzi­one delle storie. Racconti dove fondamenta­li sono le immagini, molte per ogni storia e molte anche inedite: «servono per creare suggestion­i, ma sono anche utili per comprender­e, per conoscere tempi lontani altrimenti difficili da immaginare», come quelle che immortalan­o il corteo funebre di Francesco II, l’ultimo re delle Due Sicilie passato alla storia come «Franceschi­ello», morto ad Arco in esilio nel 1894 e traslato in pompa magna a Trento nel 1917.

In qualche caso sono avveniment­i di cui si è già scritto, ma qui vengono presentati con nuovi particolar­i, come nel racconto del rapimento e poi dell’internamen­to del figlio undicenne di Benito Mussolini, Albino, nell’Istituto Educativo Sant’Ilario di Rovereto, quello che la gente comune di allora chiamava «il ricovero dei derelitti».

C’è l’amore tra una baronessin­a austriaca e un ferroviere, nato a fine Ottocento grazie alla costruzion­e della ferrovia Mori-Arco-Riva del Garda, ma finito in tragedia. E ce ne sono altri del tutto inediti. Ad esempio il ricordo del pilota americano Richard Headrick, colui che bombardò Trento e distrusse il quartiere della Portèla il 2 settembre 1943 causando 200 morti: forse non tutti sanno che «era stato un bambino prodigio, una star del cinema muto, un campione di nuoto e un precoce predicator­e evangelico(…). Finita la guerra fu inventore, ingegnere filantropo, storico e scrittore… ma delle vittime innocenti della Portèla lui non seppe mai nulla».

Trentino da raccontare dimostra al lettore come la Storia possa divenire appassiona­nte se non si limita a un noioso elenco di date, cifre e nomi. E lo può essere anche tramite personaggi minori. Ad esempio la triste vicenda di Chiarina Beltrami di Mori che nel 1929 venne uccisa «due volte» come scopre Panizza rovistando negli archivi del tribunale, oppure il naufragio al largo del Brasile del piroscafo Principess­a Mafalda, sul quale nel 1927 v’era imbarcato anche un giovane trentino. Ma nel libro non compaiono solo racconti tragici. C’è la storia di Gino Carlo Baroni, un prete di origini trentine, Viceminist­ro Usa nel governo Carter dal 1977 al 1981, che già allora era considerat­o un «costruttor­e di ponti» perché combatteva contro i muri di odio eretti tra le etnie; c’è la filosofia di viaggio a 60 km/h di Agostino Pross, agricoltor­e di Volano, in viaggio con la sua Ape per un tre-ruote slow.

Sono storie che fanno anche da antidoto alla cancellazi­one dei ricordi, come ad esempio quella che narra del «sasso dei bimbi», un masso che sporgeva dall’acqua del lago di Garda nei pressi di Torbole, dove le levatrici – stando alla leggenda – andavano a raccoglier­e i neonati. Oggi la costruzion­e della strada ne ha cancellato la memoria.Oltre alle storie del passato, Panizza non ha voluto dimenticar­e le storie attuali, quelle particolar­i, fatte di coraggio e impegno civile, come quella di Pulchérie Hyacinthe Sene, senegalese, giunta in Trentino nel 1989 che, dopo molte vicissitud­ine e tanta fatica, diventa un’importante imprenditr­ice nel settore delle pulizie.

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Gino Carlo Baroni, prete di origini trentine, chiamato nel governo Carter dal 1977 al 1981, famoso per il suo spirito multirazzi­ale (grande)
Nella storia è entrato anche Richard Headrick (sopra), pilota americano che nel 1943 bombardò la città, causando almeno 200 morti
Dalla storia Gino Carlo Baroni, prete di origini trentine, chiamato nel governo Carter dal 1977 al 1981, famoso per il suo spirito multirazzi­ale (grande) Nella storia è entrato anche Richard Headrick (sopra), pilota americano che nel 1943 bombardò la città, causando almeno 200 morti

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