A22, il governo vara la norma liquida-privati E i soci valutano un’azione legale
Questa volta lo scontro sarà con tutta probabilità politico. Fuori dalla manovra finanziaria per ragioni tecniche, ora l’emendamento per facilitare il riscatto dei soci privati di A22, portando così alla creazione di una società in house a cui assegnare una concessione di 30 anni, si appresta ad affrontare il terremoto in aula. La norma è stata inserita come emendamento al Ristori quater. Intanto, i soci privati restano in disparte. I tentativi di interlocuzione col Mit portati avanti da alcuni non hanno avuto riscontro. Non si escludono future valutazioni se il valore corrisposto per la liquidazione sarà incongruo al prezzo di mercato.
TRENTO Questa volta lo scontro sarà con tutta probabilità politico. Fuori dalla manovra finanziaria per ragioni squisitamente tecniche, ora l’emendamento per facilitare il riscatto dei soci privati di A22, portando così alla creazione di una nuova società interamente pubblica che ottenga la concessione nei prossimi 30 anni, si appresta ad affrontare il terremoto in aula. La norma è stata infatti allegata su pressioni della ministra alle infrastrutture e trasporti Paola De Micheli al Ristori quater.
Ristori quater
O una società in house o la gara nel 2021: questo il diktat lanciato dalla ministra De Micheli settimana scorsa. E ora il governo continua deciso a prendere di petto la questione della concessione di Autostrada del Brennero (è scaduta nel 2014, ndr). Ieri il Consiglio dei ministri ha dato il via libera a procedere con l’inserimento della norma per il riscatto delle quote dei privati nel Ristori quater, che entrerà come emendamento al Ristori 1. A annunciarlo il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Riccardo Fraccaro. «In Cdm abbiamo affrontato il tema del rinnovo della concessione dell’A22, dando il via libera alla norma che autorizza i soci pubblici di Autobrennero a esercitare il diritto di riscatto delle azioni detenute dai privati — chiarisce Fraccaro — In questo modo si risolve in maniera equilibrata ed efficace la questione portando a compimento il percorso virtuoso della costituzione di una società concessionaria a capitale interamente pubblico, così da archiviare il vecchio sistema delle proroghe e consentire finalmente il rilancio dell’infrastruttura». La partita, però, è tutto fuorché decisa. Il testo approvato dalla squadra di governo è lo stesso che aveva ricevuto pollice verso nel Decreto Agosto e che la commissione bilancio della camera aveva stralciato, appena una settimana fa, dalla manovra finanziaria.
In aula
Ora l’esame del testo toccherà di nuovo alle commissioni parlamentari e il contendere sarà tutto politico, fa presente la senatrice trentina Donatella Conzatti (Italia Viva), segretario della V Commissione bilancio al Senato, che passerà in rassegna la norma «molto contrastata». «Il dibattito in aula sarà approfondito — premette la senatrice —. Non è la
prima volta che il governo prova a rifilare questa impostazione e lo fa senza aver risolto politicamente il tema. Tra l’altro, avevamo chiesto di non inserire l’emendamento su A22 nel Decreto Ristori, che essendo orientato alle misure economiche non merita di disperdere energie su altre situazioni. La decisione è stata diversa, meno saggia. Di conseguenza si porta in aula un tema politico non risolto». In Parlamento la spaccatura è nota. Lo stesso governatore trentino Maurizio Fugatti aveva attribuito lo stallo a uno spettro politico titubante e a un Pd internamente diviso. «Più forze politiche non apprezzano la presa di posizione del governo — aggiunge Conzatti — Le opposizioni sono critiche e così alcune voci della maggioranza, tra cui Italia Viva. In più, all’interno del Partito democratico ci sono visioni contrastanti». Il Ristori quater verrà inserito come emendamento del governo nei precedenti decreti, che Camera e Senato potranno poi subemendare. Entro settimana prossima la discussione.
I privati
La discussione è accesa. E il nodo del contendere è il riscatto del 14% di quote di Autobrennero spa controllate da i soci privati. Quattro in tutto: Serenissima partecipazioni spa (4,2327 %), Società Italiana per condotte d’acqua Spa (0,1000 %), Banco Bpm (1,9973%) e Infrastrutture Cis Srl (7,8275 %). Società tra i cui
si leggono i nomi o i bracci di alcuni soci pubblici che rimarranno nella società Autobrennero spa. Per esempio Infracis srl è partecipata da Cassa del Trentino della Provincia. I privati, a suo tempo, si erano dimostrati disposti a cedere le proprie quote. Il valore di mercato stimato, secondo indiscrezioni, sarebbe intorno ai 160 milioni. Ben diverso dal valore individuato dalla Corte dei conti per liquidarli, ovvero 70 milioni, una cifra che non tiene conto del Fondo Ferrovia, ossia 800 milioni di euro accantonati nel corso degli anni dalla società. La cautela dei privati, in questo frangente delicatissimo, è massima. La linea d’azione si limita a un’opera di carotaggio per cogliere lo scenario che si sta delineando. Ma i tentativi di interlocuzione fatti finora, cercando un confronto con il Mit e la ministra sul tema, non sono andati a segno. Questo a quanto si evince da fonti vicine a una delle società. Un indizio della rigidità del governo anche rispetto al prezzo della liquidazione. Tant’è che le società non escludono future azioni legali se il valore corrisposto non sarà congruo. E cioè in linea con il valore di mercato.