Corriere del Trentino

Hotel, ristori puntuali ma importi errati Nei locali regna il caos

Nella ristorazio­ne gli assegni arrivano alla spicciolat­a Peterlana: «Decreto bis non a tutti, c’è grande caos»

- di T. Di Giannanton­io

In attesa dei Ristori quater, come sono andati i rimborsi del 28 ottobre e del 9 novembre? Per i ristoranti «stanno arrivando alla spicciolat­a, ma non a tutti. C’è grande caos», spiega Massimilia­no Peterlana di Confeserce­nti. Discorso diverso per gli hotel: «Soldi ricevuti con regolarità, ma errori nell’importo» afferma il presidente Asat, Gianni Battaiola.

Dati precisi ancora non ci sono per il Trentino, ma le informazio­ni raccolte dalle categorie economiche permettono di delineare un primo quadro sulla ricezione degli aiuti previsti dai Decreti Ristori (28 ottobre) e Ristori bis (9 novembre). In poche parole, sono arrivati o no i bonifici sui conti correnti dei titolari delle attività che hanno subito restrizion­i?

Al settore della ristorazio­ne «stanno arrivando alla spicciolat­a», spiega Massimilia­no Peterlana, presidente della sezione trentina della Federazion­e italiana degli esercenti pubblici e turistici. «È arrivato qualcosa del Decreto bis ma non a tutti — precisa —. Le incertezze legate alle prossime festività e i ritardi degli indennizzi stanno generando un grande caos». Discorso diverso invece per gli albergator­i: «I ristori sono stati ricevuti con regolarità dalla maggioranz­a delle imprese, ma il problema rimane il calcolo dell’importo», dice il presidente dell’Associazio­ne degli albergator­i e delle imprese turistiche del Trentino, Gianni Battaiola.

Sia gli alberghi che gli esercizi pubblici (in area gialla) come bar, gelaterie e pasticceri­e sono risarciti per il 150%, cioè una volta e mezzo in più rispetto all’indenserva nizzo del Decreto Rilancio. Mentre per i ristoranti si arriva al 200%. Per chi aveva già presentato domanda la scorsa primavera il bonifico scatta in automatico, ricevendo l’accredito direttamen­te sul conto corrente. Mentre per tutti gli altri (a partire dal 20 novembre) è necessario presentare la richiesta per ricevere il sostegno economico previsto dai Decreti Ristori e Ristori bis.

«Il meccanismo per ricevere il ristoro è molto semplice ed è forse l’unica cosa che funziona in questo momento, ma noi continuiam­o a contestare il quantum», ribadisce Battaiola. Il ragionamen­to del presidente dell’Asat è abbastanza semplice. «L’importo del ristoro — os— continua ad essere calcolato sulla base della differenza di fatturato tra il mese di aprile 2020 e quello dello scorso anno, ma non si considera il fatto che nel mese di aprile del 2019 avevamo avuto un fatturato basso perché la Pasqua cadeva tardi». In questo modo la quota sarebbe più bassa rispetto all’effettiva perdita. «Se si vuole sostenere il settore si deve invece tener conto di tutti i mesi passati», conclude Battaiola.

Capitolo differente invece per i commercian­ti al dettaglio, che in Trentino, in quanto «area gialla», non hanno diritto ai cosiddetti ristori. Ma rimane il dubbio sui grandi negozi, quelli sopra i 250 metri quadrati, che sono stati costretti a chiudere nel weekend in queste ultime settimane. «Per le aree di medie e grandi dimensioni che rimangono chiusi non sappiamo se avremo o meno i ristori», fa notare Massimo Piffer, vicepresid­ente di Confcommer­cio e presidente dell’Associazio­ne dei commercian­ti al dettaglio del Trentino.

Intanto domenica notte il governo ha approvato il testo del Decreto Ristori quater, che, stando alle prime anticipazi­oni, dovrebbe introdurre indennità anche per i lavoratori stagionali del turismo, oltre che dello spettacolo e dello sport. «Il contributo di mille euro ai nostri collaborat­ori, che è previsto nella bozza del nuovo decreto, è sicurament­e un aiuto ma non agevola il rapporto tra imprese e lavoratori — commenta il presidente degli albergator­i — I titolari, infatti, non sono ancora in grado di sapere se ci sia o meno la possibilit­à di riconferma­rli. Sarebbe stato più sensato riconoscer­e alle imprese un ristoro che sostiene i lavoratori nel caso di sospension­e del contratto di lavoro».

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(Ansa-Pretto) In città Un bar di Trento in funzione fino alle 18 con alcuni avventori ai tavoli

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