Min Chung e la Haydn In radio da Bolzano «Dialogo in musica»
Min Chung sarà protagonista questa sera a Bolzano sul podio con l’orchestra Haydn. Coreano, è direttore della Tokyo Philharmonic e recentemente è stato nominato direttore ospite principale dell’orchestra Haydn di Trento e Bolzano. Il concerto di questa sera sarà trasmesso in diretta radiofonica da Rai Sudtirol di Bolzano, in programma la Sinfonia n.44 in mi minore Funebre di Haydn e la Serenata per archi in mi maggiore op. 22 di Dvorák. Min Chun, figlio d’arte, il padre è il celebre Chung Myung-whun, ha diretto concerti, tra gli altri, con la Wiener Kammerorchester, con l’Orchestra di Padova e del Veneto, con l’Orchestra del teatro Lirico di Cagliari.
Maestro per il concerto di Bolzano ha unito due pagine musicali così diverse, per contrasto o per assonanza?
«Per entrambi questi motivi. Il mi minore della prima opera e il mi maggiore della seconda sono ovviamente tonalità molto in contrasto. Ma vedo anche molte vicinanze interpretative ed esecutive».
Cosa accade quando sale sul podio?
«Ogni volta imparo qualcosa.
Merito anche dei musicisti coi quali lavoro».
C’è un autore che vorrebbe dirigere più spesso e che per ora ha trascurato?
«Di sicuro Brahms. Ma non decido mai da solo il programma di un concerto».
La sua proverbiale «sfida» con i musicisti che caratteristiche ha?
«Si tratta di un modo di comunicare, non solo e non tanto a parole».
Il concerto di Bolzano sarà senza pubblico in sala.
«Credo sarà molto triste. Noi facciamo musica per condividerla con il pubblico. Certo in questo periodo di pandemia la sofferenza è ben altro, è legato alle persone ammalate, a chi muore. Ma un filo di tristezza ci sarà».
Ha studiato diversi strumenti, poi la direzione: perché?
«Amo molto il contrabbasso. Ma il problema è che non ci sono grandi pagine per questo strumento. Ho suonato solo alcune Suite di Bach.
Poi sono passato al violino. Ho imparato moltissimo».
Perché ha studiato letteratura tedesca?
«Sono nato a Saarbruecken. Era giusto che studiassi la Germania delle arti. Conoscere Goethe e Nietzsche mi aiuta per la musica tedesca».
Chi è più bravo, lei o suo padre?
«La direzione d’orchestra esige molta esperienza, non basta studiare. E mio padre dirige da quarant’anni».
Quali montagne ama di più? Quelle dell’Alto Adige o della sua Corea?
«Ah, sono così diverse. Mi piacciono tutte e due. Era destino che le conoscessi entrambe…».