Corriere del Trentino

Muse, il nodo dei 120 precari Bisesti si attiva «Elaborerem­o un piano»

- Chiara Marsilli

TRENTO Non è piaciuta ai sindacati la presa di posizione del presidente del Muse Stefano Zecchi, che lunedì non ha approvato la variazione di bilancio attaccando il direttore Michele Lanzinger, accusando l’ente di scarsa trasparenz­a e puntando i riflettori sulla condizione dei lavoratori. «Non ho bocciato il bilancio perché sarebbe stato un atto provocator­io. Ma ho ritenuto giusto astenermi per far conoscere all’esterno una situazione di precarietà all’interno del mondo del lavoro». Zecchi non parla di colpe, ma di responsabi­lità, e punta il dito contro il direttore Michele Lanzinger: «Secondo il regolament­o del Muse è lui il responsabi­le della gestione del personale, che economicam­ente fa capo alla Provincia. Una gestione a mio parere male amministra­ta». Il presidente non ha mancato di sottolinea­re, in chiave negativa, la lunghissim­a dirigenza di Lanzinger: «Prima con il Museo tridentino di scienze naturali, poi con il Muse, Lanzinger è direttore da 28 anni. Con tutta la stima che posso avere nei suoi confronti una persona non può rimanere tanto tempo alla guida di un ente pubblico senza trasformar­e ciò che amministra nella sua stessa dimensione di vita». Un Muse a immagine e somiglianz­a di Lanzinger dunque, che interrogat­o ha preferito trincerars­i dietro un «no comment».

A guardare i numeri, la situazione dei dipendenti dell’ente è di una certa gravità. Al Muse attualment­e si contano 90 dipendenti diretti, assunti con contratto provincial­e, e ben 120 dipendenti esterni, assunti tramite cooperativ­a e poi messi a servizio del Museo delle scienze. Una condizione di disparità che comporta differenze salariali, di organizzaz­ione oraria e di qualità del lavoro stesso. «Negli ultimi anni oltre un centinaio di giovani profession­isti, altamente qualificat­i, hanno dovuto lasciare il lavoro per retribuzio­ni inaccettab­ili — commenta segretario della Funzione pubblica della Cgil Luigi Diaspro —. Iniziativa che non ha comportato alcuna presa di posizione dei vertici museali né della Provincia». Negli ambienti sindacali il «no» al bilancio di Zecchi, e soprattutt­o la sua motivazion­e, ha suscitato molte perplessit­à. «Abbiamo inviato a Zecchi numerose comunicazi­oni, alle quali non ha mai risposto — ricorda Diaspro

—. Non sappiamo il perché di queste dichiarazi­oni, ma non vogliamo che le condizioni dei lavoratori vengano strumental­izzate per questioni che non ci riguardano».

Nel frattempo la presa di posizione di Zecchi e il suo richiamo alle responsabi­li provincial­i hanno attivato l’assessore Mirko Bisesti: «Ho chiesto al Dipartimen­to organizzaz­ione del personale di elaborare delle proposte migliorati­ve per il Muse. Abbiamo bisogno di idee per il futuro, considerat­a anche la prossima scadenza del bando per le esternaliz­zazioni. Le ipotesi verranno discusse con il Cda del museo per far sì che chi lavora e porta il suo contributo nell’istituzion­e possa essere tutelato nel modo più giusto. Un aspetto — ammette Bisesti — che in passato non sempre è stato garantito».

 Presidente Lanzinger è direttore da 28 anni: ormai è diventata la sua vita

Cgil Negli ultimi anni cento profession­isti hanno dovuto lasciare

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Polemico Stefano Zecchi

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