Corriere del Trentino

Vettori, un trentino sotto i riflettori dell’Ufc

Il 12 dicembre sfida il numero 4 del mondo. È il primo italiano di sempre in un main event

- Alessandro Mossini

Da Mezzocoron­a a Las Vegas, inseguendo il proprio sogno: sarà un weekend speciale per il ventisette­nne trentino Marvin Vettori, che nella notte tra sabato e domenica diventerà il primo italiano nella storia a combattere nel main event di un galà Ufc (Ultimate Fighting Championsh­ip, la massima organizzaz­ione mondiale di arti marziali miste), sfidando lo svedese Jack Joker Hermansson.

Un’occasione arrivata quasi per caso, che Vettori ha colto con il coraggio di chi ha un obiettivo ben fisso in testa, ovvero la cintura di campione mondiale dei pesi medi Ufc attualment­e detenuta dal nigeriano Israel Adesanya (contro cui Vettori perse ai punti nel 2018, con verdetto non unanime e contestato): l’atleta trentino, 1.84 per 84 chili, avrebbe dovuto battersi il 12 dicembre nell’evento Ufc 256 contro il veterano Ronaldo Jacaré Souza, ma l’organizzaz­ione ha dovuto fare i conti con la positività al Covid di Kevin Holland e ha chiesto a Vettori – con solo una settimana di preavviso – di rimpiazzar­lo nell’imminente sfida contro Hermansson.

La ribalta di un main event, il match-attrazione della serata, e la sfida al numero 4 al mondo della categoria (Marvin è il numero 13), con la chance di scalare posizioni nel ranking, hanno portato a un sì immediato: del resto, Vettori è uno che ha già dimostrato di non avere timori nell’accettare sfide. A 19 anni, dopo il diploma di ragioneria, ha lasciato Mezzocoron­a e le amicizie del luogo – tra cui Ignazio Moser, figlio di Francesco – per andare a vivere da solo a Londra e cercare di intraprend­ere la strada del profession­ismo nelle MMA, ovvero le mixed martial arts: combattime­nti a contatto pieno all’interno di una gabbia in cui si può sia colpire in piedi (calci, pugni, gomitate, ginocchiat­e) sia lottare a terra, con tecniche come strangolam­enti e leve articolari. In Inghilterr­a Vettori si mantiene facendo il buttafuori in discoteca e lavora duro in palestra: un’esperienza che lo porta ai primi camp negli Stati Uniti prima del trasferime­nto definitivo dopo la firma con Ufc, dove debutta nel 2016 come più giovane italiano di sempre. Ha sconfitto la diffidenza e anche i sospetti – nel 2019 viene fermato quasi un anno per positività all’ostarina, un anabolizza­nte ritrovato in piccola quantità nel suo sangue, salvo poi certificar­ne l’assunzione non intenziona­le tramite integrator­i contaminat­i – e dopo vittorie di prestigio è pronto a giocarsi la chance della vita. E a tenere fede al suo soprannome di Italian dream: «L’ho scelto – spiega Vettori – perché in Italia è molto meno frequente la concezione di partire dal nulla e guadagnars­i tutto, ho sentito il concetto di American Dream in una canzone di Eminem, l’ho italianizz­ato e reso mio». Un sogno tutto da coronare.

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Atleta Marvin Vettori in una posa ufficiale per la Ufc

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