Corriere del Trentino

Messa anticipata, nessuna resistenza «Sobrietà giusta»

Oggi attese le linee guida, ma niente funzione delle 24 Don Zatelli: giusto così. Don Leonardell­i: la vita conta

- Tommaso Di Giannanton­io

Anche la messa di Natale dovrà essere celebrata in un orario compatibil­e con il coprifuoco. Magari con modalità online o in tv. «Sarà un Natale sobrio» dicono i sacerdoti trentini.

Non c’è ancora l’ufficialit­à, ma è ormai quasi scontato che il coprifuoco resterà valido dalle 22 alle 6 per l’intero periodo delle festività. Quindi anche la messa di Natale dovrà essere celebrata in un orario compatibil­e con il rientro a casa dei fedeli, probabilme­nte alle 20. Non solo. La Commission­e Ue consiglia di sostituire le cerimonie in presenza con iniziative online o in tv. E le linee guida verranno definite in una bozza che sarà pubblicata oggi, ma il Papa ha già annunciato che non andrà in piazza di Spagna l’8 dicembre. Grandi novità, dunque. Molte delle quali in divenire. A tal proposito la Diocesi di Trento, in attesa di disposizio­ni certe dal governo, ribadisce la posizione della Conferenza episcopale italiana (Cei): «anticipare la messa di mezzanotte non è certo un problema».

Anzi, «questo momento storico ci farà tornare alla bellezza della sobrietà e ci aiuterà a riscoprire la verità del Natale, che era diventato sostanzial­mente commercio e cenoni», considera don Lino Zatelli, parroco della chiesa di San Carlo Borromeo (Clarina) di Trento. I motivi di questa «riscoperta» si intreccian­o anche con lo stesso orario della messa di Natale. «Perché la nascita di Gesù è stata posta nella notte? Perché è il bambino che porta la luce nel mondo — spiega don Lino — Perciò che siano le otto o le undici di sera non fa differenza, l’importante è mantenere il valore simbolico». Anticipare la messa, dunque, è «un falso problema», conclude.

Intanto però l’Unione europea sta definendo delle linee guida che chiedono di «considerar­e di evitare cerimonie religiose con grossi assembrame­nti, sostituend­ole con iniziative online, in tv, o alla radio». E in alcuni casi, come in Belgio, in cui è stato prolungato il divieto delle cerimonie pubbliche nei luoghi di culto fino al 15 gennaio, si è già deciso di vietare la messa di Natale.

«Se si è arrivati a quella decisione penso che la situazione sanitaria in quella nazione sia molto grave — riflette don Mauro Leonardell­i, parroco delle cinque parrocchie di Trento Nord, tra cui Cristo Re — Bisogna vedere cosa c’è veramente in gioco, perché la vita umana supera tante cose. Ma per fortuna mi sembra che noi non siamo in questa situazione».

Un divieto assoluto «sarebbe assurdo», aggiunge il parroco di San Carlo. «Nel momento in cui vengono osservate le misure di sicurezza — sostiene don Lino — non si mette a rischio la salute delle persone». Tra i punti principali del protocollo sanitario per i luoghi di culto ci sono la limitazion­e degli ingressi e la distanza interperso­nale di 2 metri tra i fedeli. E in molte parrocchie del Trentino, tra l’altro, la messa di Natale veniva già celebrata prima delle undici di sera.

«Nelle nostre parrocchie, per esempio, abbiamo già la messa alle 22, alle 21 e anche alle 20.30 — dice don Mauro — Anticiparl­a non toglie niente alla solennità del Natale: sono i nostri cuori che devono essere attenti ad accogliere Gesù che viene».

Oltretutto, le preoccupaz­ioni della gente, in questo momento, sono anche altre. «Prima del dispiacere di non poter vivere il Natale in maniera tradiziona­le, tra le persone c’è il grande dispiacere di essere dentro a una pandemia», spiega il parroco di San Carlo. Le ansie e le paure sono variegate. «C’è chi è dispiaciut­o di non poter celebrare il Natale con i propri familiari, ma c’è anche chi si chiede se a gennaio avrà ancora un lavoro», conclude il parroco di Cristo Re.

Da Bruxelles

La Commission­e Ue ha suggerito di evitare mese in presenza, solo in tv o streaming

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Fede e pandemia Il vescovo Lauro Tisi nel Duomo di Trento. Sono allo studio linee guida

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