Il Cibio resterà a Povo «Partito l’ampliamento»
Quattrone: «Partita la ristrutturazione». Spinelli: «Non demordo, biotech a Manifattura»
TRENTO Un anno fa sembrava che «l’unica soluzione percorribile» fosse quella del Cibio a Rovereto, sostenuta anche dall’assessore provinciale Achille Spinelli. «Ora cambia tutto — spiega però il direttore del Cibio Alessandro Quattrone — perché a Trento è nata la Scuola di Medicina e il nostro dipartimento si deve occupare dei primi due anni di didattica». Il rinomato centro di ricerca dell’Università trentina che si occupa di biologia cellulare è situato a Povo, in spazi ristretti, tanto che lo stesso direttore propendeva per il cambio di città, con i laboratori inseriti nel distretto tecnologico roveretano all’interno di Manifattura. «Cambia tutto» anche per il sindaco di Trento Franco Ianeselli che lancia un’idea di medio-lungo termine: «Not, Scuola di Medicina e un campus biomedicale nello stesso luogo», ma tra 10, 15 anni. Mantiene però il proposito del trasferimento Spinelli: «Non demordo e non abbandono l’idea che la sua parte più importante ed evoluta trovi sede a Rovereto».
«Sugli spazi c’è ora un margine di miglioramento — spiega Quattrone — perché è in corso una ristrutturazione interna della struttura di Povo. Ma l’idea è di rimanere a Trento perché al nuovo corso di Medicina nei primi due anni insegnano i docenti nel nostro dipartimento. Questo ha fatto propendere per il mantenimento dell’assetto attuale». Se non ci sarà più il trasferimento a Rovereto come caldeggiato da Quattrone nell’ottobre dello scorso anno, a Rovereto c’è tutta l’intenzione di spostare alcune propaggini dell’importante centro di ricerca: «Su Rovereto c’è in corso una discussione a proposito della possibile nascita di un polo tecnologico a cui potrebbe guardare anche il Cibio. A questa nuova idea ancora in costruzione potremmo fornire l’expertise, attività di trasferimento tecnologico per la creazione di nuove infrastrutture al servizio delle start-up che lì, a Rovereto, potrebbero trovare terreno fertile per la vicinanza ad altre realtà già in essere».
Oltre la ricerca, insomma, «la parte di sviluppo potrebbe essere trasferita, se va in porto questo polo, a Rovereto», mentre il «core-business» della ricerca e la didattica rimarrebbe a Povo: «Per ora — dice Quattrone — la situazione è questa. Nell’eventuale sede di Rovereto ci potrà essere anche una componente di ricerca, e non solo per il nostro dipartimento, perché l’idea è di creare un polo interdisciplinare».
Conferma che «il Cibio rimane a Trento» il sindaco Franco Ianeselli: «Rimane il problema degli spazi — spiega — ma in un periodo medio-lungo immagino un campus biomedicale a fianco del nuovo ospedale e della Scuola di Medicina. Università e ricerca sono essenziali per la città, sono la sua forza». Anche l’assessore allo Sviluppo economico Achille Spinelli afferma di credere fortemente «nella prospettiva e nella forza del biotech», ma rimane fermo sulle sue posizioni: «Non demordo — ribadisce — perché ora il Cibio è legato al corso di Medicina, ma non abbandono l’idea di vedere tutto il Cibio integrato in un ambiente nuovo e dinamico, e soprattutto diffuso sul territorio». Non solo a Trento, dunque, «anche a Rovereto».