Corriere del Trentino

Nei guai il titolare della DB Holding. Gabbati anche profession­isti

Truffa online sugli arredi di design Niente merce e rimborsi, 62 vittime

- Dafne Roat

TRENTO Sono 62 le vittime certe, tra cui anche trentini, ma l’impression­e è che gli appassiona­ti dello shopping online e dei complement­i di arredo di design — lampade, divani letto e altri oggetti per la casa particolar­i e quindi difficili da trovare nei negozi — finiti nella trappola siano molti di più.

Tra di loro ci sono anche profession­isti che si sono fidati del sito apparentem­ente serio con tanto di pec di riferiment­o, sede e numero di telefono attivo. Dall’altro capo del filo rispondeva infatti una signorina gentile che, premurosa, controllav­a l’ordine, il giorno di acquisto, il bonifico ricevuto, poi, scusandosi, spiegava che «per problemi di magazzino e di rifornimen­to del prodotto, la consegna avrebbe subito un ritardo di ulteriori 30-40 giorni». Così qualcuno, fiducioso, avrebbe atteso l’arrivo della merce pagata, ma invano, mentre altri, insospetti­ti, hanno deciso di sporgere denuncia.

C’è anche chi si sarebbe anche messo a cercare sul web per capire meglio e carpire più informazio­ni possibili sul sito www.abinterior.it a cui faceva riferiment­o un’azienda, la Abd Interior srl, peraltro finita già nel mirino dell’Antitrust che l’avrebbe sanzionata con circa 450mila euro di multa. Insomma la ditta specializz­ata nella vendita di accessori per la casa online sarebbe

servita solo per incassare decine di migliaia di euro da ignari acquirenti per merce mai consegnata.

Dietro all’azienda c’era un solo nome: quello di Vincenzo Sgaramella, 55 anni, di Triggiano, a quanto pare titolare di altri siti, per il quale ora la Procura di Brindisi ha chiesto il rinvio a giudizio per truffa. L’udienza davanti al gup è stata fissata a marzo, in quella sede l’uomo potrà chiarire e gli oltre sessanta acquirenti gabbati avranno la facoltà di costituirs­i parte civile e chiedere i danni. Nel presunto affare truffaldin­o sui complement­i di arredo alcune vittime avrebbero perso solo poche centinaia di euro, altri qualche migliaia. Ad attirare la clientela più sofisticat­a non erano solo gli arredi, particolar­mente ricercati e rigorosame­nte di design, ma anche i prezzi. L’azienda, secondo quanto ricostruit­o negli atti, prometteva sconti importanti, ma non tali da far pensare al cliente che dietro all’offerta c’era una truffa. Insomma il presunto abile truffatore avrebbe calcolato tutto. Il sito poi era particolar­mente accattivan­te, la grafica molto chiara, infine c’erano le offerte a tempo, per le quali veniva applicato un ulteriore sconto del 15%, molto frequenti nel mondo del web, che hanno attirato l’attenzione di tanti compratori. Ma solo dopo aver pagato hanno fatto l’amara scoperta.La merce non sarebbe mai stata consegnata e non sarebbero mai arrivati neppure i rimborsi richiesti. Negato anche il diritto di recesso. Insomma chi ha pagato è rimasto con un pugno di mosche in mano, l’unica strada aperta ora è quella giudiziari­a.

Sito «trappola» L’azienda proponeva oggetti a prezzi vantaggios­i e sconti per le offerte a tempo

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