In onda c’è «Life on Mart» Un’astronave a Rovereto
In prima visione Venerdì su Rai 5 il documentario di Katia Bernardi
Musei di arte moderna e contemporanea come pianeti che rispondono a precise e affascianti regole interne, abitati da strani esseri - critici, curatori, progettisti, archivisti, esperti di conservazione e didattica che ne conoscono ogni segreto. Nonostante i tempi difficili che stanno attraversando, i musei di tutta Italia e in particolare il Mart di Rovereto non rinunciano a regalare emozioni, seppure a distanza. A pochi giorni dall’arrivo su Marte della sonda Perseverance, il quinto rover della
La produzione
Prodotto da EiE film, il documentario, un viaggio alla scoperta di architettura e arte, è stato realizzato in collaborazione con Rai Cultura e con il contributo di Trentino Film Commission
Nasa e il settimo finora arrivato sul pianeta rosso dall’inizio dell’esplorazione, anche l’arte si fa «spaziale» e con perseveranza continua a esplorare nuovi modi per arrivare al suo pubblico.
Il nuovo progetto che vede protagonista il museo roveretano è il documentario Life on Mart. Il paesaggio contemporaneo della regista trentina Katia Bernardi, che andrà in onda in prima visione venerdì 26 febbraio alle 21.15 su Rai 5 nell’ambito del programma «Art Night». Il documentario, una produzione originale EiE film, è stato realizzata in collaborazione con Rai Cultura e con il contributo di Trentino Film Commission e accompagna gli spettatori alla scoperta di quel mondo affascinante che è il Mart, giocando sulla somiglianza tra il nome del museo e del pianeta rosso. Un modo per immaginare le possibilità che si apriranno quando finalmente si potrà tornare a vivere d’arte e di bellezza.
La puntata del 26 febbraio di «Art Night» sarà dedicata ai «Musei del Futuro»: accanto al Mart di Rovereto comparirà infatti anche il Madre di Napoli. «Due musei del domani, entrambi custodi e vetrine dell’arte contemporanea e spunto di riflessione sul ruolo che i luoghi della cultura devono avere nel futuro spiegano gli ideatori Silvia De Felice, Massimo Favia e Marta
Santella - Due luoghi diversi nell’architettura dei palazzi che li ospitano, nell’evoluzione delle collezioni, nel rapporto col territorio. E al tempo stesso accomunati dal fatto di essere centro di riferimento per l’arte contemporanea italiana».
Il documentario di Katia Bernardi si apre con un’immagine metaforica: il Mart come un’astronave aliena atterrata esattamente al centro della Valle dell’Adige, incorniciata dalle vette innevate del Trentino. Una cupola in vetro e acciaio concepita dall’archistar Mario Botta, costruita sulle stesse dimensioni di quella del Pantheon di Roma, che raccoglie e accompagna i visitatori dalla piazza coperta fino alle sale del museo. Grazie all’opera della regista trentina lo sguardo degli spettatori può penetrare nelle collezioni del museo, curiosando tra gli inestimabili archivi, entrando nei depositi e negli ambienti chiusi al pubblico, comprendendo i principi che determinano l’attività del Mart e la sua concezione del tutto nuova di spazio espositivo. Perché quell’astronave atterrata nel 2002 al centro di Rovereto, quasi vent’anni dopo vuole farsi sempre più parte viva del territorio, costruendo giorno dopo giorno un dialogo con l’ambiente e la società che la circondano.
Non è la prima volta che il Mart apre le sue porte alle telecamere, e in questo particolare anno pandemico si tratta di una importante scelta dal punto di vista comunicativo. Per la mostra «Caravaggio. Il contemporaneo», il regista Pasquale Pozzese aveva documentato l’ultima fase dei lavori traendone un documentario già trasmesso da emittenti locali e web.