La difesa di Cattoni: «Omicidio d’impeto, tutti i beni al figlioletto»
Tribunale dei minori al lavoro per la nomina del tutore
TRENTO Lorenzo Cattoni sta meglio ma non è ancora in grado di affrontare le domande del pubblico ministero. Sarà interrogato appena possibile il papà trentanovenne di Nave San Rocco accusato di aver ucciso a colpi di accetta la moglie Deborah Saltori di 42 anni. La Procura sta aspettando di poter parlare con l’uomo per chiarire i molti aspetti ancora oscuri del terribile delitto.
Il dolore Il papà disperato: «Una disgrazia spaventosa, inimmaginabile»
Cattoni dopo aver ucciso la moglie ha tentato di togliersi la vita con un coltello da lavoro, due fendenti alla gola e forse uno al torace. Quando gli investigatori della squadra mobile lunedì pomeriggio hanno raggiunto il capanno immerso nelle campagne di Cortesano hanno trovato il corpo senza vita di Deborah coperto di sangue e accanto quello del marito esamine. Ha cercato di uccidersi proprio vicino a lei. Sempre insieme. Un gesto che appare carico di significato.
Il difensore dell’uomo, Luca Pontalti, crede poco all’ipotesi di un piano omicida premeditato e punta sul delitto d’impeto. Cattoni secondo la difesa non ha teso una trappola a Deborah, ma «l’ha voluta vedere per discutere delle questioni economiche per il mantenimento del figlio — spiega —. Ritengo che in quel momento ci sia stato un corto circuito assolutamente terribile». Nei prossimi giorni l’avvocato Pontalti farà visita al proprio assistito in ospedale. Nel frattempo la difesa ha deciso di non opporsi alla richiesta degli avvocati Marco Vernillo e Antonio Saracino, che rappresentano la famiglia di Deborah, di sequestro dei beni. «Anche se — sottolinea il legale — potremmo farlo perché Cattoni è arrestato e in ospedale, non c’è pericolo di dispersione del patrimonio». E aggiunge: «Tutti i beni del mio assistito andranno comunque al figlio e ai familiari», spiega il legale ricordando la volontà anche dei genitori di Cattoni di fare tutto il possibile per aiutare i figli di Deborah e soprattutto il loro nipotino. I nonni sperano di poterlo rivedere al più presto. Il papà è disperato: «È una cosa inimmaginabile. Una disgrazia spaventosa si è abbattuta su nostra nuora e su tutti noi», ha detto all’avvocato ancora sotto choc. I genitori ricordano che Lorenzo non è mai stato un ragazzo violento, sapevano che c’erano stati contrasti violenti con la moglie e per questo si era rivolto a uno psicologo per contenere i momenti di rabbia. Ma la famiglia non avrebbe mai immaginato il terribile epilogo.
Intanto Procura e Tribunale dei minori sono al lavoro per la nomina di un tutore per i quattro figli della donna, tecnicamente il pm deve dare un parere e poi viene fatta una valutazione sull’idoneità del tutore. I tempi potrebbero non essere brevissimi. Prosegue la raccolta fondi avviata per aiutare i figli di Deborah che ha già raggiunto quota 72.067 euro.