Corriere del Trentino

«In Azione persone serie, autonomia più dinamica»

Rossi: con il Patt non siamo riusciti ad allargare la base

- Di Donatello Baldo

Entrerà nel gruppo misto e si iscriverà ad Azione, la creatura di Calenda. Ugo Rossi lascia il Patt ma lo fa dicendo «grazie». Mette in chiaro che non ha alcuna intenzione di andare a Roma e spiega che la scelta di abbandonar­e le Stelle Alpine l’ha fatta «per poter dare voce alle tante persone che in quel partito non si riconoscon­o più». La sua dote di esperienza e di consenso la porterà dunque in Azione: «Non confermo ma non smentisco», si limita a dire con un filo di ironia, anche se è già convocata per la settimana prossima la conferenza stampa di annuncio del passaggio.

TRENTO Ugo Rossi lascia il Patt dicendo «grazie». Mette in chiaro che non ha alcuna intenzione di andare a Roma e spiega che la scelta di abbandonar­e le Stelle Alpine l’ha fatta «per poter dare voce alle tante persone che in quel partito non si riconoscon­o più». La sua dote di esperienza e di consenso — è stato segretario autonomist­a, ma soprattutt­o governator­e nella scorsa legislatur­a — la porterà in Azione: «Non confermo ma non smentisco», si limita a dire con un filo di ironia, anche se è già convocata per la settimana prossima la conferenza stampa alla presenza di un rappresent­ante nazionale del partito di Calenda che annuncerà ufficialme­nte la nuova adesione di Ugo Rossi.

Non conferma, ma nemmeno smentisce l’anticipazi­one delle sue prossime mosse pubblicata ieri dal Corriere del Trentino. Entrerà quindi nel gruppo Misto e si iscriverà ad Azione.

«Azione è un interlocut­ore fatto di persone serie. Lì ci sono persone di grande valore, sia a livello locale che nazionale. Questo lo posso senz’altro dire, poi tutto il resto si definirà nei prossimi giorni».

E cosa dice invece del partito che lascia?

«La prima parola che mi sento di dire è la parola grazie. Il Partito autonomist­a è stato un luogo di crescita umana oltre che politica. E anche profession­ale per quanto riguarda la mia esperienza amministra­tiva degli ultimi dieci anni. Nei dieci anni precedenti, nel Patt ho militato da volontario, incontrand­o persone straordina­rie. Non posso che dire grazie».

Chi abbandona il partito di appartenen­za rischia però di essere bollato come traditore. Teme questa accusa?

«Senza pretese, credo di aver lavorato tanto per il Patt, con risultati positivi. Risultati che le Stelle Alpine, nella loro storia, non hanno mai avuto. Al netto degli errori, che sono immancabil­i quando si lavora. Non mi sento di aver tradito nessuno, men che meno l’idea autonomist­a, ma se qualcuno si sentisse ferito dalla mia decisione me ne scuso. Ma vorrei far notare che non me ne sono andato all’ultimo minuto utile per una ricandidat­ura altrove, e la scelta improvvisa della mia decisione è in parte motivata anche dal voler evitare tensioni che avrebbero fatto male in primis al Partito Autonomist­a».

I maligni sospettano che tra i motivi del suo addio possa esserci quello di garantirsi uno scranno in Parlamento. È così?

«Lo escludo. Non è mia intenzione percorrere carriere romane. Penso invece di poter dare una mano qui, costruendo un’alternativ­a al leghismo, al sovranismo, al populismo. Che in fondo è lo stesso solco in cui mi muovo da tempo».

Ma allora, perché lasciare il Partito autonomist­a?

«Ci sono tante persone che nel Partito autonomist­a non riescono a riconoscer­si, nonostante i tanti sforzi fatti per allargare la base, per uscire dall’identitari­smo. Persone che mi hanno sempre sostenuto, che mi hanno seguito, che si sono avvicinate al Patt perché speravano in un passo in avanti. Non c’è stato, ne prendo atto e cerco di dare voce io stesso a queste istanze, cercando di costruire qualcosa dentro uno spazio politico che sappia rappresent­arle».

Uno spazio liberaldem­ocratico, non schiacciat­o su posizioni ideologich­e, di centro, popolare e riformista. È questa la cornice del suo nuovo impegno politico?

«Mi sento di appartener­e a tutte le definizion­i elencate, aggiungend­o la parola “autonomist­a”. So di poter contare su tante persone di rilievo, che anche Azione esprime ad alto livello, sia qui che a Roma. Persone che intendono l’autonomia in modo dinamico e moderno, oltre le rivendicaz­ioni identitari­e, ma in un approccio europeista e di dialogo costruttiv­o con il governo centrale».

 Il futuro Non è mia intenzione percorrere carriere romane. Penso di poter dare una mano qui costruendo un’alternativ­a al leghismo e al sovranismo. Traditore? Credo di aver lavorato tanto con risultati positivi

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(Foto Rensi) Lo strappo Ugo Rossi è stato segretario del Patt e presidente della Provincia autonoma di Trentino dal 2013 al 2018

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