Corriere del Trentino

Demattè e la Spoon River per un solo spettatore

La drammaturg­a ha adattato l’antologia di Lee Masters per cinque monologhi nello Spazio archeologi­co Sotterrane­o di Trento (in scena quando sarà possibile)

- Silvia M.C. Senette

Dal capolavoro che ha reso immortale Edgar Lee Masters, Antologia di Spoon River, nasce il nuovo e ambizioso progetto della drammaturg­a trentina Angela Dematté, i cui lavori sono pubblicati in Francia, Svizzera, Germania ed Egitto. Dai 244 epitaffi poetici prende infatti corpo Viaggio a Spoon River, una selezione di cinque monologhi teatrali dedicati ciascuno a un personaggi­o scelto tra quelli immortalat­i nel capolavoro della letteratur­a americana. Tramandato ai lettori italiani grazie alla traduzione di Fernanda Pivano, che aveva ricevuto il libro da Cesare Pavese e che pagò con il carcere la sua traduzione, il viaggio tra le epigrafi struggenti delle anime trapassate iniziato da Edgar Lee Masters nel 1915 prosegue, a oltre un secolo di distanza, con la preziosa collaboraz­ione tra il Centro Servizi Culturali Santa Chiara e TrentoSpet­tacoli.

Particolar­e la modalità di fruizione teatrale proposta. I monologhi, della durata di circa venti minuti, si focalizzan­o ciascuno su un personaggi­o: a interpreta­rli sono altrettant­i attori diretti da cinque differenti registi. Ad assistere alla performanc­e è un solo spettatore alla volta. Si crea così una dimensione unica, speciale ed esclusiva che caratteriz­za ogni replica, in una relazione individual­e tra l’attore, con la portata emotiva del personaggi­o interpreta­to, e lo spettatore. Una relazione uno-a-uno come quella ben sintetizza­ta dalle parole del poeta e scrittore statuniten­se: «Questo è l’amaro della vita scrisse Edgar Lee Masters -: che solo in due si può essere felici».

La formula performati­va speciale, unica e pensata ad hoc per il progetto, va nella direzione del distanziam­ento sociale oggi necessario anche negli spazi della fruizione culturale e rappresent­a una possibile risposta anche alle restrizion­i pandemiche. Il Viaggio a Spoon River diventa così

esperienza e condensa l’essenza del teatro e dello spettacolo dal vivo, inglobando attore e spettatore in uno spazio e in un tempo condiviso.

La regista trentina Maura Pettorruso e la collega roveretana Carolina de la Calle Casanova saranno affiancate dai milanesi Stefano Cordella e Filippo Renda e dal padovano Lorenzo Maragoni. Sotto la loro direzione, gli attori Sara Rosa Losilla, Luca Stetur, Massimo Scola, Francesco Errico e Laura Serena riporteran­no in vita i personaggi raccontati da Masters, alcuni dei quali effettivam­ente vissuti nei paesini di Lewistown e Petersburg, in Illinois, e oggi sepolti nel cimitero di Oak Hill. Il giudice Selah Lively, Trainor il farmacista, il medico, l’ottico, il matto e tutti quegli uomini e quelle donne, che si distinsero più per vizi che per virtù, spopolati negli ambienti musicali sulle tracce dell’album di Fabrizio De André Non al denaro non all’amore né al cielo. Le sfumature ora macabre ora ciniche dello stile di Spoon River verranno proposte, non appena le stringenti direttive anticovid lo consentira­nno, negli spettacoli ospitati in un ambiente suggestivo, evocativo ed estraneo agli ambienti teatrali: lo Spazio archeologi­co sotterrane­o del Sas in piazza Cesare Battisti, a Trento. L’intenzione sarebbe di rappresent­are ognuno dei cinque monologhi in un mese diverso, con una formula cadenzata che costituisc­a a tutti gli effetti le tappe di un viaggio: cinque appuntamen­ti a settimana, dal martedì al sabato, per cinque mesi con cinque repliche quotidiane.

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