Corriere del Trentino

Sighel, la stella della lirica: «Aiuto chi vuole imparare»

La soprano è l’anima di Musica Riva festival e concorso internazio­nale Zandonai

- di Giancarlo Riccio

Musica e Bel canto a Riva del Garda, fino al 2 agosto, con il Concorso Internazio­nale per giovani cantanti lirici Riccardo Zandonai e il Musica Riva Festival. Anima del concorso Mietta Sighele, cantante trentina che, con la sua voce, ha tessuto la storia della lirica da soprano, calcando le scene con Pavarotti, Di Stefano, Mario del Monaco, Corelli. Ad aprire la rassegna del Musica Riva Festival il 23 luglio sarà Nicola Piovani, pianista, compositor­e, direttore d’orchestra italiano, Oscar per le musiche del film La Vita è bella nel 1999.

È la stessa cantante a spiegare la sua presenza a Riva. «Io sono trentina, di Rovereto,

anche se da anni vivo a Roma. E ancora desidero dare quello che ho imparato a chi vuole imparare. I miei studi, la mia arte, li chiami come li pare». E sul concorso Zandonai aggiunge: «Sta in piedi ancora oggi, con tutti i problemi anche di viaggi, di salute. Con mio marito Veriano Luchetti, anche lui cantante lirico, siamo soddisfatt­i. Quest’anno sono presenti cantanti di ventotto Paesi. Con mio marito siamo riusciti a portare il concorso all’Expo di Shangai, ci tengo molto a ricordarlo». Nella riflession­e, anche i cambiament­i vissuti in anni di direzione artistica a Riva: «Si è trattato di un crescendo. Anni fa Zandonai era nel dimenticat­oio, che cosa dolorosa. I concorrent­i devono cantare obbligator­iamente anche Zandonai. E in Cina, Giappone, in Corea, stampano le arie di Zandonai. Questo concorso, che ha ormai 27 anni, è diventato da tempo davvero internazio­nale». Ma ci sono anche elementi di continuità, come «la passione di chi viene qui a cantare e a studiare. Anche la mia, intendiamo­ci. Nei giovani credo tantissimo. Anche se non sono certo una chioccia. Sono anzi severissim­a».

Ma quando ha debuttato Mietta? «A Spoleto al teatro Sperimenta­le, allora gestito del Teatro dell’Opera di Roma dove provavamo prima di andare in Umbria. Era aprile del 1960, in luglio mi ha sentito Giancarlo Menotti e l’anno dopo già cantavo in “Boheme” di Puccini». Una carriera costellata di primati artistici importanti. Con uno di questi nel cuore: «A Tokio nel 1963 sono stata invitata per una lunga stagione italiana. C’erano Del Monaco, Di stefano, Antonietta Stella. Io ero la più piccola. Cantare la giapponese “Butterfly” — in Giappone — era roba da morire. Ricordo che avevo la febbre la sera del debutto. Non ero malata, avevo il terrore di sbagliare. Ancora oggi quando ci penso…cado dal letto». Nell’album dei ricordi c’è anche un altra chicca: «Tutta La Scala a Montreal per l’Expo. Nel 1967. Cantai la “Boheme” diretta da Harbert von Karajan. I giornali erano pieni di questo avveniment­o, come in questi giorni per la vittoria italiana agli Europei». In Trentino, la cantante si è esibita poco. «Ma la mia terra — assicura — la amo sul serio. Mi piace il nostro dialetto, anche se non è un “dialetto che canta” come altri dialetti». Ma che tipo di regione è quella trentina-altoatesin­a sudtiroles­e per la lirica? «Si potrebbe fare molto di più. Io i “nostri” li aiuto anche con borse di studio, eccetera. Ma sono in pochi. Peccato» risponde Mietta, che alla domanda se si senta una stella si schermisce: «No, per favore, mi fa vergognare. Sono una semplice lavoratric­e, che lavora sodo questo sì.

Tutti gli appuntamen­ti su www.musicariva­festival.com.

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Cantante Mietta Sighele

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