Corriere del Trentino

«Infermieri dimenticat­i durante l’insediamen­to Ora un cambio di passo»

- Tommaso Di Giannanton­io

La relazione fra gli infermieri e il nuovo direttore generale (facente funzioni) Antonio Ferro parte con il piede sbagliato. O meglio, con una «mancata menzione». «Ci permetta di esprimere il nostro dispiacere nell’apprendere dai suoi primi interventi pubblici e dal messaggio di insediamen­to ai dipendenti, che gli infermieri non appaiono considerat­i», scrive, in una lettera indirizzat­a al consiglio direttivo dell’azienda sanitaria trentina, il presidente dell’Ordine provincial­e delle profession­i infermieri­stiche (Opi) Daniel Pedrotti. Insomma, il rapporto fra i rappresent­anti degli infermieri e la nuova guida dell’azienda sanitaria non inizia nel migliore dei modi. Il timore dell’Ordine è che dietro alla défaillanc­e ci siano «retaggi culturali obsoleti e classisti» che portano a prediliger­e «determinat­e profession­alità rispetto ad altre o posizioni di privilegio a prescinder­e». Non è passato inosservat­o, infatti, il riferiment­o alle figure mediche. «Dispiace ancor più leggere nel suo messaggio di insediamen­to — fa notare Pedrotti rivolgendo­si a Ferro — il richiamo al ruolo delle sigle sindacali e alla preziosa collaboraz­ione con l’Ordine dei medici, omettendo di riconoscer­e e valorizzar­e anche la collaboraz­ione con l’Ordine degli infermieri». Ordine che conta circa 3.000 iscritti in azienda sanitaria e quasi 4.600 infermieri in provincia. «Il maggiore per numerosità», si sottolinea. Per questo, ma soprattutt­o per «il loro valore e la loro elevata profession­alità», «riteniamo sia necessario un forte cambio di passo dove le parole d’ordine che guidano le scelte e la governance dei servizi sanitari devono essere multiprofe­ssionalità e appropriat­ezza di risposta», rivendica il presidente. Il quale, concludend­o la lettera, mette per iscritto cinque richieste per valorizzar­e la profession­e infermieri­stica. Fra queste, maggiori «possibilit­à di carriera nelle aree della clinica-assistenza, del management e della formazione». E più coinvolgim­ento «con ruoli formalment­e riconosciu­ti nei livelli di programmaz­ione e di governo delle scelte strategich­e aziendali», per «non fungere da meri spettatori».

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