Corriere del Trentino

SUPERSTIZI­ONI, OROSCOPI E CALENDARI: COME ORDINARE IL TEMPO?

- di Brunamaria Dal Lago Veneri

«Il tempo non scorre allo stesso modo nei diversi momenti della nostra esistenza» scriveva Simone de Beauvoir. Da sempre l’uomo ha tentato di ordinare il tempo, di dare a questa entità che ci sovrasta una sorta di scansione. Certo, il tempo è un artifizio umano. Non troviamo mai il tempo per affrontare le problemati­che più spinose, o per lavorare insieme. Viviamo la mancanza di tempo, quindi, come giustifica­zione per non affrontare le complessit­à, per sfuggire alle responsabi­lità.

Branduardi scriveva: «Dodici sono i segni che tu puoi leggere nel cielo». Aggiungere­i: dodici sono i segni che possono essere letti, a seconda delle culture, sotto forma di segni zodiacali, di animali, piante e sassi. Ecco quindi calendari astrologic­i, arborei, animali, lapidei.

In questo periodo di sospension­e del tempo, ci dedichiamo volentieri alla lettura di questi segni del futuro, sperando nel meglio, naturalmen­te.

C’è chi si fida ciecamente dei mezzi di diffusione, sia per la meteorolog­ia che per le notizie di ogni genere, chi legge gli oroscopi, chi si affida alle forme scaramanti­che più varie, dallo scrutare il cielo al leggere i fondi di caffè.

Per il calendario astrologic­o, oggi 18 luglio siamo nel segno del Cancro, mentre per il calendario arboreo celtico andiamo verso il segno del nocciolo; il calendario cinese degli animali dedica tutto il 2021 al segno del bue, il calendario delle pietra offre questo periodo e il suo bilanciame­nto (il Capricorno) al diaspro assieme al quarzo rosa.

Ho parlato di bilanciame­nto perché in molti calendari abbiamo una specularit­à, per esempio il segno del nocciolo del calendario arboreo celtico ha la sua corrispond­enza nel melo di gennaio.

Oggi mi fermerò al nocciolo, lettera c come «call», numero nove dedicato alle Muse, perché si dice che questa pianta fruttifich­i pienamente ogni nove anni e nove anni ci mise il dio Loki a liberare Iduna, la dea della fertilità trasformat­a in un frutto di nocciolo.

Un’antica leggenda irlandese narra di un pozzo chiamato «Collna», lambito dalle fronde di nove noccioli: le nocciole cadevano nel pozzo e nutrivano i salmoni che vi nuotavano. Tante erano le nocciole che i salmoni mangiavano, tante le macchie brillanti sulla loro pelle. Chi mangia un salmone con nove macchie è destinato alla poesia. Il nocciolo è profondame­nte legato all’acqua tanto da servire per individuar­e le acque profonde, se usato come bacchetta del rabdomante. Ma di nocciolo sono anche, secondo la tradizione, le bacchette magiche delle fate.

Se con il bastone di nocciolo il bovaro percuote il dorso delle vacche, queste producono molto più latte.

Personalme­nte, mi piace molto il legame con le Muse. Soprattutt­o con Calliope, colei che ha una bella voce, la musa della poesia. «Se tu verga di nocciolo, mi suggerissi un solo verso perfetto, saprei far fiorire le rocce e poi riposerei al suono dei miei versi» recita un’antica preghiera della terra delle montagne.

Speranza, desiderio? Non saprei.

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