«Presto scompariremo»
«Il nostro lavoro presto non ci sarà più, e non solo in Italia ma in tutto il mondo. Non si guadagna come una volta e i giovani oggi non vogliono praticare questo mestiere». Si fa malinconica la voce di Serghei Oprea quando ripensa al passato. Moldavo, nato nella capitale Chisinau, è da sette anni a Trento dove ha aperto la sua calzoleria in via Fratelli Perin. «Quando ho iniziato a lavorare 30 anni fa — aggiunge — un mio maestro mi ha detto “Questo è un lavoro di Dio, ma non ti farà ricco perché Dio stesso non ha inventato le suole”. Con questo proverbio aveva ragione, la verità è che stiamo scomparendo e che la gente oggi preferisce
lavorare nel settore terziario, davanti al computer». Prima di Trento, ha lavorato anche in Inghilterra, Irlanda e Germania. «Una decina di anni fa, a Londra c’erano solo tre calzolai, a Dublino ce n’erano cinque poi uno ha chiuso — prosegue — In Germania producevo suole di tipo ortopedico, e il problema, anche là, è che nessuno vuole più intraprendere questo mestiere». A Chisinau, invece, «c’è ancora oggi un edificio di quattro piani, dove una volta lavoravano 40 calzolai — racconta ancora Oprea — Ora al suo interno ce ne sono solo due, che fanno a turno». E c’è il problema dell’inflazione, che ha fatto schizzare il prezzo di materie prime e materiali: «Se la gomma, il cuoio o le suole una volta costavano nove euro, ora le pago il doppio — conclude — Lavoro 18 ore al giorno per pagarmi tutte le spese mensili, e sono stanco. Una volta non si viveva la situazione che c’è oggi».