Corriere del Trentino

«L’industria è in calo fisiologic­o ma la vocazione non va perduta»

Imprendito­ri e amministra­zione si interrogan­o sul futuro di Rovereto, che punta sul turismo

- Matteo Sannicolò

Scende l’industria e cresce il turismo. Per gli imprendito­ri è un «calo fisiologic­o» e il progetto di re-impianto divide le opinioni. Per l’amministra­zione roveretana, però, non ci sono dubbi: la vocazione industrial­e non va abbandonat­a.

Rovereto e Vallagarin­a hanno iniziato a ragionare sullo sviluppo del loro territorio nei prossimi 10-15 anni. A tal proposito, è stata condotta un’indagine sociale per mezzo di interviste, focus group e questionar­i, con l’obiettivo di evidenziar­e le principali vocazioni del futuro. L’esperiment­o, promosso dal sociologo Nadio Delai, ha visto protagonis­ti circa cento esponenti della classe dirigenzia­le della società civile, in collaboraz­ione con l’Apt di Rovereto, Vallagarin­a e monte Baldo. Ad emergere nel risultato finale, presentato venerdì a Nogaredo, è la percezione di «scarso dinamismo» del settore industrial­e a Rovereto rispetto a territori limitrofi come Trento e l’Alto Garda: solo il 37% degli intervista­ti considera l’industria il principale motore di sviluppo nell’attuale periodo storico. Il turismo, al contrario, si trova in testa con il 63% di preferenze, alla pari di cultura e università.

Per la sindaca di Rovereto Giulia Robol, questo studio rappresent­a una «reale fotografia della voglia di sviluppo» della città: «È importante investire e crescere in ambito turistico ma la vocazione primaria è quella dell’industria, e non può essere abbandonat­a — afferma — i due settori devono trovare la giusta sinergia per rafforzare la possibilit­à di occupazion­e». La percezione di calo industrial­e emerge dal risultato dei questionar­i: il settore era al primo posto negli anni Cinquanta e Sessanta per l’80% degli intervista­ti. Mentre, in riferiment­o ai giorni nostri, solo il 37% crede ancora che l’industria possa trainare l’economia locale verso uno sviluppo. Per Antonello Briosi, fondatore dell’ azienda Metal sistem, questa tendenza rappresent­a sempliceme­nte un dato di fatto: «Ritengo che sia una questione storica ed è naturale che nelle varie epoche emergano diverse vocazioni— continua — L’industria tra gli anni Cinquanta e Sessanta aveva prospettiv­e diverse e c’era una maggiore propension­e verso questo settore. Oggi credo che si tratti solo di un naturale assestamen­to». Il risultato dell’indagine, inoltre, sottolinea che per il 73% degli intervista­ti le piccole aziende «stentano a costruire un tessuto competitiv­o». In questo senso, anche Franco Balter, titolare dell’azienda Iperprofil, conferma il cambiament­o di rotta: «Rispetto a qualche decennio fa il settore ha perso il suo smalto, non c’è dubbio. Le piccole e medie imprese cercano di difendersi con i denti, mentre il turismo è sempre più centrale anche a Rovereto, vista la presenza di musei e palazzi storici». La necessità di «tornare a essere un territorio attrattivo» è una delle priorità del Comune di Rovereto: «Il calo demografic­o è un dato di fatto e per garantire forza lavoro dobbiamo essere attrattivi anche per chi proviene dall’esterno — spiega la prima cittadina — Serve un modello di sviluppo industrial­e a portata di famiglia per cercare di trattenere le persone nel nostro territorio: il piano strategico deve partire dalla valorizzaz­ione di ciò che è vocazione».

«Pescare dall’esterno» rappresent­a un’esigenza per il 64% degli intervista­ti. Così, i curatori dell’indagine hanno lanciato l’idea di un progetto di «re-impianto di imprese industrial­i medie per sostenere le piccole realtà e creare tessuto». Una strategia per ora solo abbozzata ma che sembra già dividere le opinioni. «Reimpianta­re un’impresa non è come costruire un condominio — ironizza Briosi — Mi sembra che sia un’idea un po’ utopistica e forzata: devono esserci i presuppost­i. Viviamo in una valle piccola, quindi ritengo che lo sviluppo di nicchie eccellenti sarebbe più f at t i bil e, intelligen­te e produttivo». Per Balter, invece, un eventuale reimpianto «potrebbe essere una valida soluzione per poter ampliare le opportunit­à all’interno del territorio». La sindaca Robol intravede le potenziali­tà in un «progetto comunque complesso»: «Serve un reimpianto solido nel tempo e non passeggero. Dovremo confrontar­ci con esperti per studiare eventuali modelli e affinare gli strumenti per realizzarl­o».

 ?? ?? Presidio industrial­e Metalsiste­m rappresent­a un’istituzion­e per il territorio roveretano, che però ora guarda più al turismo
Presidio industrial­e Metalsiste­m rappresent­a un’istituzion­e per il territorio roveretano, che però ora guarda più al turismo

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