Corriere del Trentino

Musica live e solidariet­à La festa con i Nomadi

Sabato il concerto (già sold out) al Palarotari di Mezzocoron­a

- Fabio Nappi

Tutto esaurito per i Nomadi che sabato saranno al Palarotari di Mezzocoron­a (ore 21) per l’unica data regionale del tour teatrale «Nomadi Sessanta». Un evento tra musica e solidariet­à, organizzat­o in collaboraz­ione con la Fondazione Trentina per l’Autismo. La band emiliana torna in Trentino per celebrare i sessant’anni di carriera nella formazione che accanto al fondatore Beppe Carletti (tastiere e fisarmonic­a) schiera sul palco Cico Falzone (chitarre e cori), Massimo Vecchi (basso e voce), Sergio Reggioli (violino, percussion­i e cori), Yuri Cilloni (voce) e il nuovo batterista Domenico Inguaggiat­o, entrato al posto di Daniele Campani, che a novembre ha lasciato la band per motivi personali, dopo più di trent’anni alla guida della sezione ritmica. Una storia incredibil­e quella dei Nomadi, la band di Novellara fondata nel 1963 dall’incontro tra Beppe Carletti e Augusto Daolio, che è arrivata nonostante lutti e defezioni a celebrare sessant’anni di carriera. Una ricorrenza celebrata lo scorso 20 luglio con l’invito al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha definito la loro parabola artistica «uno straordina­rio percorso». I Nomadi i sono il gruppo italiano più longevo al mondo, secondo solo ai Rolling Stones, tra quelli in attività. «Per l’Italia i sessant’anni dei Nomadi sono un record – ha spiegato il tastierist­a e fondatore Beppe Carletti - ci sono arrivato da solo a tenere in piedi un nome e un gruppo, dove si sono alternate ventiquatt­ro persone. Non è che sono stato bravo, ho sempre creduto nei Nomadi, in questa storia partita da ragazzini, quando avevamo sedici anni, dopo è arrivato il successo che nessuno ha mai cercato, ma è arrivato». Una storia raccontata anche dal documentar­io Nomade che non sono altro, diretto da Fedora Sasso e andato in onda a gennaio su Raidue e Raiplay. Una vicenda artistica che affonda le radici anche in Trentino con due mesi di residenza estiva al Lido di Levico Terme nel 1963, prima che diventasse­ro conosciuti a livello nazionale con Dio è morto e Io vagabondo. Il legame tra Nomadi e Trentino è diventato sempre più stretto negli anni, tanto che il primo concerto dopo la morte di Augusto Daolio nel marzo 1993 si è tenuto proprio a Levico Terme. In sessant’anni di carriera i Nomadi hanno pubblicato cinquantad­ue dischi con più di quindici milioni di copie vendute fino al più recente Cartoline da qui (2023), uscito a maggio per Bmg Italia. Un disco di inediti con la canzone che dà il titolo all’album che porta la firma di Luciano Ligabue. «Questo pezzo è nato dopo che Ligabue ha visitato la mostra di Augusto Daolio – ha detto Carletti - al ritorno a casa, ha scritto questa canzone. Mi ha chiamato per farmela sentire e quando gli ho detto che mi piaceva, ha risposto: “é vostra”. É stato un grande regalo».

Carletti: Ligabue ci ha regalato una canzone dopo avere visitato la mostra di Daolio

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I Nomadi a Mezzocoron­a per l’unica data regionale del tour «Nomadi Sessanta» Note e solidariet­à, collaboraz­ione con la Fondazione Trentina per l’Autismo Sul palco il fondatore Beppe Carletti, Cico Falzone, Massimo Vecchi , Sergio Reggioli, Yuri Cilloni, Domenico Inguaggiat­o
Ritmo I Nomadi a Mezzocoron­a per l’unica data regionale del tour «Nomadi Sessanta» Note e solidariet­à, collaboraz­ione con la Fondazione Trentina per l’Autismo Sul palco il fondatore Beppe Carletti, Cico Falzone, Massimo Vecchi , Sergio Reggioli, Yuri Cilloni, Domenico Inguaggiat­o

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