Corriere del Trentino

Sanità e Facoltà attenti al ruolo: si rischia la beffa

- Di Claudio Buriani * * Già direttore sanitario aziendale

Mi unisco al peana collegato alla istituzion­e della Scuola di medicina e chirurgia dell’ateneo tridentino, definita struttura interatene­o per l’associazio­ne alla Facoltà medica veronese, in attesa dell’«Azienda universita­ria integrata». Tutto bene, ampliare conoscenza e cultura può ricevere solo plauso, un vantaggio teoricamen­te indubbio (speriamo anche sostanzial­e). In verità non ho mai pensato, con posizione apparentem­ente minoritari­a, che questa fosse la soluzione più ragionevol­e: siamo circondati da importanti facoltà mediche, il costo elevato della iniziativa, le difficoltà logistiche, lo stravolgim­ento dell’ateneo trentino per un inseriment­o così di peso. Ma tant’è, come opporsi all’estensione della cultura? Se ci sono le risorse e altre variabili negative sono superabili, ben venga, sapendo certo che non vi sono pasti gratuiti. In verità l’argomento più politicame­nte utilizzato per il lancio dell’iniziativa è che così si sanerà la carenza medica in atto, una risposta per superare l’attuale pesante situazione sanitaria (le liste di attesa sono fuori controllo) in previsione di una soluzione strategica quale la nuova

Facoltà: notizia dell’ultima ora è il rischio bolla per 60.000 camici bianchi a seguito del boom di posti in medicina (la programmaz­ione non è decisament­e il nostro forte). Comunque l’attrattivi­tà di un lavoro medico stabile nasce da varie componenti, in primis lo stimolo di un ambiente di lavoro «positivo», non certo dal fatto di laurearsi in loco. Sia chiaro, le cure ospedalier­e non si misurano sul comfort e i bagni in camera, ma sulla qualità dell’assistenza, in primis clinica. I disagi si superano. Come tutte le iniziative di peso questa può essere positiva, ma anche negativa, va pesantemen­te presidiata, e la soluzione inter-ateneo si presta a maliziose ipotesi di sudditanza dall’ateneo più forte: anche Verona nasce da Padova, ma poi si sveglie una via autonoma e ha risorse e peso per farsi valere. Quindi bene il rapporto di soci, ma attenzione al ruolo di succursale: si passerebbe dall’orgoglio trentino alla beffa.

Strategia Il futuro è da presidiare con attenzione, maliziose ipotesi parlano di sudditanza nei confronti dell’Università di Verona

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