Ischia Podetti, catino nord pronto entro la fine dell’anno
Il cronoprogramma, definito nel 2022 dall’allora assessore provinciale all’ambiente Mario Tonina, indicava come data di apertura la primavera del 2023. Ma i mesi sono passati e il catino nord della discarica di Ischia Podetti deve ancora essere completato. Uno spazio strategico, quello previsto nel piazzale nord della discarica: lì potranno essere stoccati rifiuti «non pericolosi» per un totale di 250mila metri cubi. Non solo: l’area potrà servire anche per contenere le eventuali ceneri di risulta del futuro termovalorizzatore nel caso in cui alla fine la giunta provinciale decidesse di affidare a Trento l’impianto di chiusura del ciclo dei rifiuti. Scegliendo l’attuale discarica come luogo ideale.
Dopo i ritardi accumulati, la Provincia in queste settimane ha ridefinito la scaletta dell’operazione. Ponendo un nuovo obiettivo: aprire il catino nord entro la fine dell’anno. Cercando dunque di chiudere uno dei tasselli di un quadro complesso — quello della gestione dei rifiuti — che da tempo sta facendo discutere, anche per l’impatto sulla tariffa.
Il catino, in sostanza, occuperà il piazzale nord di Ischia Podetti da 14mila metri quadrati: uno spazio ricavato nei primi anni Duemila e utilizzato in questi anni «per operazioni — si legge nella relazione dl progetto definitivo del catino, elaborato nel 2022 — di stoccaggio di rifiuti urbani e speciali, non pericolosi, prodotti sul territorio provinciale in attesa del loro avvio presso impianti di recupero energetico fuori dal territorio provinciale o presso altre discariche interne al territorio provinciale». Per la creazione del catino è stata messa in conto una serie di interventi.
A partire dallo spostamento del traliccio di media tensione della Set presente in zona, che alimenta gli impianti dell’area di Ischia Podetti. Non solo: l’opera prevede l’innalzamento dell’argine est di due metri, dove saranno allestite le tre «camerette» dei pozzi di aspirazione del percolato con i quadri elettrici e le valvole di regolazione delle tubazioni. Lo spazio, quando sarà terminato, sarà diviso quindi in tre settori «idraulicamente separati» con una superficie di circa settemila metri quadrati.