Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Jesolo e il caso delle 700 firme per via Mussolini

- Zicchiero

«Jesolo ricordi con una via Benito Mussolini». Lo chiedono 700 cittadini che hanno firmato la petizione che per settimane è rimasta in bella vista sul bancone del ristorante Papillon. Scoppia il caso.

Una piazzetta interna all’ospedale, una stradina, anche solo una targa. Purché Jesolo ricordi nella toponomast­ica Benito Mussolini. Lo chiedono 700 cittadini che hanno firmato la petizione che per settimane è rimasta in bella vista sul bancone del ristorante Papillon di via Levantina per chiedere di dedicare un pezzo di città al Duce. La vetrina del Papillon è una specie di memoriale al Ventennio, i turisti si fermano a fotografar­la e il proprietar­io Ennio Capiotto l’ha allestita apposta perché il locale è proprio di fronte all’ospedale di Jesolo e ogni volta che lui alza gli occhi non può fare a meno di pensare che la struttura ospedalier­a fu costruita nel Ventennio e in onore al duce fu chiamata Istituto Elioterapi­co Dux. «Benito Mussolini non ha fatto solo degli sbagli scuote la testa - Dopotutto ogni giorno centinaia di noi percorrono il Ponte della Libertà di Venezia che fu realizzato nell’epoca fascista. Io sono un nostalgico, vero. Ma guardi che mica solo la gente di destra la pensa come me. La mia petizione l’hanno firmata anche tanti jesolani di sinistra». In Veneto esistono un paio di contrade Mussolini a Borgoricco e Villanova di Camposampi­ero; si tratta di toponimi dialettali vecchi più di 300 anni derivati dal termine «mussatéi» che indica i moscerini. Contrade dei moscerini. Google Maps ancora incorre nell’errore di indicare una via Benito Mussolini a Petacciato, Campobasso. In Sardegna pochi anni fa l’amministra­zione di centrosini­stra di Orgosolo, provincia di Nuoro, propose l’intitolazi­one di una strada al Duce ma più delle polemiche a travolgere il sindaco Dionigi Deledda e la sua giunta fu l’inchiesta su alcune assunzioni irregolari che fece dimettere tutti. Il Ventennio è un nodo imprescind­ibile della storia italiana e quando il Comune di Venezia ha restaurato la Torre di Mestre in piazza Ferretto dove si riunivano le brigate nere, i resti degli affreschi fascisti sono stati recuperati e valorizzat­i. A Recoaro è di pochi giorni fa la notizia che la sezione locale dell’Anpi ha deciso di restaurare una scritta del Duce sulla facciata di una casa che risale agli anni ’30: «Giudici dei nostri interessi, garanti del nostro avvenire, siamo noi. Soltanto noi. Esclusivam­ente noi e nessun altro». Firmato Benito Mussolini. «Rientra in un percorso di recupero della memoria storica che l’Anpi di Recoaro porta avanti», ha spiegato il presidente provincial­e Danilo Andriollo. L’intitolazi­one di una strada, una piazza, una scuola o un’ospedale però hanno tutt’altra valenza: significa creare strade luoghi che attraggono nostalgici. Erich Priebke, morto a Roma nel 2013, è stato sepolto in un luogo segreto per evitare raduni; l’Austria ha deciso di radere al suolo la casa natale di Adolf Hitler a Braunau am Inn per mettere fine ai pellegrina­ggi. I Comuni italiani e veneti si sono attenuti a questa regola non scritta di non creare santuari per fascisti e nazisti: alla Prefettura di Venezia non risultano richieste di intitolazi­one di strade a Mussolini. La procedura è semplice: la giunta comunale chiede, la Deputazion­e di Storia Patria Analizza e se da l’ok, il Prefetto dà via libera. Mai successo, finora. «Questa storia di Mussolini si ripete ogni anno – alza il sopraccigl­io il sindaco di Jesolo Valerio Zoggia, che è di Forza Italia e governa in coalizione col Pd – Spesso a ridosso delle elezioni. Se non c’è ancora una strada intitolata, si possono trarre le conclusion­i di queste iniziative. Ce n’è una nuova? Nessun problema: formalissi­no la richiesta e daremo una risposta come giunta».

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