Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Vicenza, hub nella ex fabbrica Mogliano, tensione per le tende E a Bagnoli altri 50 rifugiati

- Gian Maria Collicelli Nicola Zanetti

Sono diversi i fronti «caldi» dell’emergenza profughi in Veneto. Nel Vicentino la prefettura sta valutando due strutture per sistemare i rifugiati che continuano ad arrivare (tra ieri e oggi nella nostra regione ne sono stati inviati dal Viminale altri 460). La prossima settimana è atteso dal Tribunale il via libera all’utilizzo dell’ex hotel «Al Bersaglier­e» di Recoaro Terme, sul quale pesa una procedura fallimenta­re. Ma la partita più importante riguarda un capannone industrial­e. Dopo annunci e retromarce, il prefetto Eugenio Soldà avrebbe individuat­o una fabbrica dismessa in un Comune vicino al capoluogo, che dovrebbe diventare il primo hub vicentino. A gestire l’accoglienz­a in questo sito di 100 posti sarà la Croce rossa, che sta prendendo accordi con il proprietar­io.

Secondo le prime informazio­ni non sarebbe però una soluzione a breve: si parla di quattro mesi di lavori (sarebbe pronto per fine febbraio) e di un investimen­to di 200mila euro, necessario a dotare l’edificio di bagni, docce, stanze da otto letti e aule per le lezioni di italiano e per le consulenze legali ai migranti. In cambio, il privato potrebbe contare sull’utilizzo dell’immobile da parte della Cri per almeno due anni.

A Mogliano invece è in atto la battaglia del Comune contro la tendopoli allestita dalla prefettura. In una mozione presentata in Comune dall’opposizion­e, ma destinata a essere votata all’unanimità stasera in consiglio comunale, si chiede di «attivarsi in ogni modo per ottenere lo sgombero immediato della tendopoli irregolare». Perché all’orizzonte, fra i tanti disagi, potrebbe profilarsi anche un caso sanitario. Insomma, nessuno accetta la sistemazio­ne dei migranti nel bed&breakfast «Le Magnolie» di Zerman, dove ieri sono arrivati altri 17 rifugiati,

dopo gli 11 del giorno prima. La tensione sale per un numero finale previsto in 120 ospiti. E la seduta del consiglio potrebbe essere seguita a breve da un’ispezione dell’Usl se, com’è probabile, il sindaco Carola Arena la richiederà.

Nella mozione presentata dal consiglier­e Giovanni Azzolini (Lega) infatti si sottolinea un aspetto preciso: «Via Malombra non ha una rete fognaria e la struttura ricettiva è dotata di smaltiment­o dei reflui fognari solo per una quindicina di persone. L’area era già inadeguata agli standard igienico sanitari, quindi non conforme a ospitare una tendopoli». Azzolini accusa il sindaco di non avere vigilato prima su una situazione fuori dall’ordinario anche senza le tende: «Seppur sollecitat­a più volte, non ha mai fatto nulla e ora grida allo scandalo». Ma, polemiche politiche a parte, il fronte compatto del «no» resta, così come il braccio di ferro della giunta con la prefettura.

In via Malombra intanto si attende fra rabbia e sconcerto. «Una situazione vergognosa — tuona il presidente di quartiere Bruno Cillotto, che ha organizzat­o un’assemblea pubblica per il 14 novembre — come si è potuto pensare di allestire tutto questo a ridosso dell’inverno?». Senza contare i timori per la sicurezza e il degrado, non solo fra i residenti: a poca distanza si trovano due note realtà ricettive. «Spero che il Comune ponga fine a tale assurdità — commenta Federico Zuin, titolare di Villa Braida — un ammassamen­to del genere è un disagio per l’attività». Gli fa eco Enrico Monti, patron di Villa Condulmer, il cui campo da golf si trova a ridosso del B&B: «La gestione del problema è fallimenta­re».

Rabbia pure a Bagnoli (Padova), per l’ex base aeronautic­a che è arrivata ad accogliere fino a mille profughi. Dieci giorni fa il capo del Dipartimen­to Immigrazio­ne del Viminale, Mario Morcone, era venuto in sopralluog­o, garantendo che sarebbe stata svuotata un po’ alla volta. Ma ieri sono arrivati altri 50 rifugiati. Dice il sindaco Roberto Milan: «Ho un campo di concentram­ento di 800 migranti ed è indegno comportars­i così con le persone, che non vanno trattate come cani. Nelle ultime due settimane ce ne avevano tolti 200, ma dopo gli ultimi sbarchi ne sono arrivati 50».

Mozione contro la tendopoli L’area era già inadeguata agli standard igienico sanitari, quindi non conforme a ospitare un accampamen­to simile. La rete fognaria non reggerà

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