Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Meno spese, laguna viva E ora si studia la chiusura a metà delle dighe mobili

- di Francesco Bottazzo

E se alla fine le tre bocche di porto non venissero chiuse contempora­neamente? Potrebbero esserci migliorame­nti ambientali ma anche una riduzione dei costi di gestione. Non è una boutade tanto che il Consorzio Venezia Nuova ha avviato un’indagine sperimenta­le per valutare gli effetti della chiusura parziale delle paratoie sulle correnti della laguna durante le maree. E i primi risultati del modello elaborato sono positivi e possibilis­ti. «Per ora è un esercizio», si affretta a precisare Enrico Foti dell’Università di Catania. Ma un esercizio ben avviato che porta in dote una serie di grafici, immagini e simulazion­i che apre a diverse soluzioni che possono andare incontro anche al porto di Venezia.

Non è un caso infatti che lo stesso Foti citi l’apertura della bocca di Malamocco a servizio del porto commercial­e anche nei giorni di acqua alta quando le altre due bocche rimangono chiuse. Guardare per credere. Le simulazion­i sono state condotte consideran­do l’evento del 7 gennaio del 2010 con un livello di marea massimo di 120 centimetri. Sono stati simulati i tre scenari (con l’apertura diversific­ate delle paratoie) e l’acqua alta alla punta della Salute non superava mai i 111 centimetri (la situazione peggiore si è sempre verificata con l’apertura di Malamocco). Chi deciderà cosa fare e come intervenir­e non è stato ancora deciso. C’è comunque tempo, perché fino al 2021 le funzioni (di avviamento) verranno eseguite dal Consorzio Venezia Nuova. In questi cinque anni infatti è prevista la chiusura dei lavori (confermata per il giugno 2018), i monitoragg­i, la configuraz­ione del centro operativo e la manutenzio­ne delle paratoie.

E qui si apre un altro capitolo, quello della presenza di sedimenti sulla parte nord della barriera del Lido, che nei tre test di sollevamen­to ha creato problemi nel riposizion­amento delle paratoia. «Ma sono situazioni previste che stiamo risolvendo, mi sembra eccessivo parlare di problemi», spiega Fabio Riva del Provvedito­rato delle Opere pubbliche durante l’incontro alla Fenice all’interno delle celebrazio­ni sull’Aqua Granda «1966-2016: il contributo della scienza per la difesa della città di Venezia e del suo territorio».

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