Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Con Forza Italia voglio il dialogo ma non caccio Mosco e Cavatton»

Bitonci apre a Furlan e spiega perché ha allontanat­o Grigoletto, Brunetti e Rodeghiero

- Davide D’Attino

«Gli accordi si fanno sui programmi, non sulle poltrone. Sulle cose da fare, non sui posti in giunta». Sereno e deciso. Il sindaco Massimo Bitonci si avvicina alla verifica di maggioranz­a prevista intorno alla metà della prossima settimana. Un vertice, con tutte le forze politiche che meno di due anni e mezzo fa hanno consentito all’allora senatore leghista di sedersi sullo scranno più alto di Palazzo Moroni, che si annuncia (inutile girarci attorno) decisivo per le sorti della legislatur­a e che dovrebbe essere preceduto nella giornata di oggi da un incontro tra lo stesso Bitonci, il segretario provincial­e del Carroccio Andrea Ostellari e il commissari­o cittadino di Forza Italia Simone Furlan per «favorire quel clima di dialogo e di collaboraz­ione che è indispensa­bile per continuare a cambiare Padova insieme».

Gira voce che Forza Italia pretenda un rimpasto e che chiederà la testa del vicesindac­o Eleonora Mosco o dell’assessore Matteo Cavatton.

«Questa domanda non va fatta a me, ma al commissari­o Furlan. Per quanto mi riguarda Mosco e Cavatton stanno lavorando molto bene, godono della mia totale fiducia e non voglio sostituire nessuno dei due».

La distanza tra lei e Furlan sembra ancora parecchia.

«Il problema non è tra me e Forza Italia, ma all’interno di Forza Italia tra i sei esponenti, assessori più consiglier­i, che siedono in Comune. E spetta a loro risolverlo».

La maggioranz­a è entrata in crisi quando lei ha cacciato dalla giunta il forzista Stefano Grigoletto. Lo rifarebbe?

«Certo, non avrei potuto fare diversamen­te. Mentre io e gli altri assessori eravamo in riunione in municipio, lui era al Caffè Pedrocchi a sparare a zero contro l’amministra­zione di cui faceva parte. Un comportame­nto del genere non è accettabil­e. Non nego che tra me e Grigoletto ci siano state molte divergenze. Ad esempio sul taglio delle tasse, di cui lui ha voluto prendersi tutti i meriti, nonostante l’avessimo deciso assieme. Dato che il sottoscrit­to, che da sindaco e commercial­ista si occupa di bilancio e tributi da una marea di anni, non ha niente da imparare da nessuno e anzi molte volte ne sa di più pure di qualche dirigente. Per non parlare poi di via San Francesco, che lui voleva riaprire alle auto mentre io gli dicevo che sarebbe rimasta pedonale. Oppure del divieto di transito in via Tommaseo di fronte alla Fiera, che lui voleva mantenere mentre io gli dicevo che creava soltanto problemi. O ancora della rotatoria della Stanga, che lui voleva sostituire con un sovrappass­o o un sottopasso mentre io gli dicevo che avrebbe funzionato benissimo. Ripeto, ci siamo scontrati un sacco di volte. Detto questo se lui non avesse l’uscita del Pedrocchi, non l’avrei cacciato»

Ci sono anche le dimissioni poco chiare dell’assessore Flavio Rodeghiero. Come è andata?

«E’ passato quasi un anno e mezzo. Comunque non c’è nulla di poco chiaro. Rodeghiero era preso da mille altre cose e non riusciva più a fare l’assessore a tempo pieno come io chiedo a tutti. Quindi ha deciso di lasciare».

Vuole tornare anche su Alessandra Brunetti, che lei ha fatto fuori un anno fa?

«La Brunetti è un caso umano. A inizio legislatur­a ho sbagliato io a nominarla assessore. Lei pensava che, per occuparsi di sociale, bastasse andare in giro a tagliare nastri e che non servisse ascoltare i cittadini, cosa che invece sta facendo molto bene Vera Sodero».

Ultima domanda: perché si è incrinato il rapporto con il coordinato­re regionale di Forza Italia Marco Marin?

«No comment. Lo chieda a lui».

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 ??  ?? Clima di distension­e Ieri Bitonci ha aperto agli alleati ma non sembra intenziona­to a cedere sulle deleghe e sulle variazioni del programma
Clima di distension­e Ieri Bitonci ha aperto agli alleati ma non sembra intenziona­to a cedere sulle deleghe e sulle variazioni del programma

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