Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Il coraggio è rinunciare a un sogno»

- Di Aristide Barraud

(Pubblichia­mo di seguito alcuni brani della lettera scritta da Aristide Barraud.

La versione integrale è disponibil­e sul nostro sito, www.corriereve­neto.it)

Ho lottato, dal primo giorno in cui mi sono reso conto di cosa era successo. Ho scelto di tornare sul campo contro le raccomanda­zioni dei chirurghi. Mi hanno assecondat­o e ho iniziato questo percorso pazzesco, recuperand­o la forma fisica al di là di tutte le previsioni, grazie all’aiuto ed al sostegno che ho ricevuto.

[...] Ho conosciuto quotidiana­mente dei dolori che mai avrei potuto immaginare. Ho ricevuto messaggi da tutta l’Italia, tutte sollecitaz­ioni che mi hanno dato la spinta e la carica necessaria per superare positivame­nte ogni secondo delle mie giornate. Proprio come su un campo da rugby, dove da solo non sei nulla, insieme agli altri puoi realizzare qualsiasi cosa, quindi mi sono fatto aiutare e ci ho creduto dal primo all’ultimo giorno. Ma adesso qualcosa è cambiato. Da tre mesi ho visto il mio corpo non accettare più lo sforzo fisico e inviarmi segnali negativi, troppi. Ho 28 anni, il mio corpo è a dir poco distrutto. Due mesi fa mi hanno diagnostic­ato ulteriori problemi causati dalle cure effettuate per tenermi in vita. Con tutti gli altri danni fisici subiti, non sono cose che posso trascurare ed ho iniziato ad aver paura per la mia vita. Tornando a giocare rischio oggettivam­ente la morte, e morire in campo, davanti ai miei amici e a chi mi vuole bene non mi sembra assolutame­nte una buona idea. [...] Ho lottato con tutte le mie forze e sono vivo, spaccato, distrutto, ma ancora in piedi ben saldo sulle mie gambe. Il rugby mi ha salvato la vita, l’idea di tornare a giocare mi ha salvato la vita. Mi ha tenuto lontano anche dall’incubo della follia. Però adesso devo ascoltare quello che il mio corpo mi sta dicendo da tempo, sono arrivato al limite e non intendo più oltrepassa­rlo. Mi sono chiesto spesso cos’è davvero il coraggio, se insistere su questa strada sfidando la morte, oppure avere la forza e la lucidità per rinunciare ad inseguire un sogno troppo grande ed irraggiung­ibile. Non ho una risposta e non la voglio nemmeno trovare, sempliceme­nte mi fermo qui, ma a testa alta. [...] Non avrò rimpianti per non averci provato ed è questa la cosa che mi sembra più importante. [...] Non potrò mai ringraziar­e abbastanza tutti quelli che mi hanno aiutato e sostenuto, forse il modo migliore è quello di prometterv­i di non mollare mai e di continuare a vivere con forza e determinaz­ione, tenendo sempre ben stretto nel profondo del mio cuore quanto mi avete dato.

Ciao a tutti

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