Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Servizio idrico, rebus-fusione In Polesine il No all’offensiva
I contrari, guidati dal capoluogo e con Adria, al 30% delle quote
Il percorso di fusione tra «Polesine Acque» e «Centro Veneto Servizi» (Cvs) procede a due velocità, tra il passo spedito verso il Sì tra i 59 municipi dell’ambito Bacchiglione (Bassa Padovana) e le incognite dei 52 del bacino polesano, in cui rientrano anche la veneziana Cavarzere e la veronese Castagnaro.
Il no espresso mercoledì dal consiglio comunale di Rovigo (16,91% delle quote ponderate tra abitanti e valore delle reti infrastrutturali nel territorio, secondo quanto pubblicato sul sito web della società in allegato all’ultimo bilancio) rischia d’imporre una battuta d’arresto al percorso.
Il tutto a maggior ragione dopo la «dichiarazione di guerra» lanciata da Palazzo Nodari con Adria (1,28%), Crespino (1,04%), Gavello (0,26%), Giacciano con Baruchella (1,04%), Trecenta (2,07%).
Questi ultimi tre municipi hanno già detto no e si attendono le contrarietà di Ficarolo (1,04%), Gaiba (1,04%), Lusia (2,07%), Papozze (0,29%), San Bellino (1,04%), Stienta (0,96%), Villanova del Ghebbo (1,04%).
Al momento, quindi, poco più del 30% del pacchetto in Polesine sarebbe orientato al no alla fusione. Però la partita si annuncia apertissima da qui a fine maggio quando tutti i consigli comunali dovranno essersi pronunciati, raggiungendo almeno il 66,67% dei Sì per dare l’ok finale all’aggregazione.
I critici sostengono che il Polesine avrebbe troppo poco peso nel nuovo soggetto «Acque Venete», col 22% delle azioni, senza contare che le concessioni per «Cvs» scadono nel 2026, mentre per «Polesine Acque» nel 2038.
Tra i soci Cvs, finora, si sono pronunciati 27 consigli comunali, pari al 43,74% delle quote, con 24 sì (equivalenti al 41,44%) e 3 no (Barbona, Bovolenta, Carceri pari al 2,3%).
Dopo il voto di Rovigo, gli amministratori delle due società tengono un basso profilo. «Prendiamo atto del voto espresso democraticamente» osserva l’ex consigliere regionale di An Piergiorgio Cortelazzo, vicepresidente di «Cvs» e reggente della società, dopo le dimissioni del presidente Giuseppe Mossa.
Misurato anche Alessandro Ferlin, presidente di «Polesine Acque». «Come amministratore rispetto tutti i pronunciamenti dei Consigli - premette noi stiamo procedendo secondo la volontà dei soci. A fine maggio il percorso sarà compiuto e vedremo con quali esiti». Divisi i sindacati: a favore la Cisl, contrari Cgil e Uil.
Ferlin (Polacque) Rispetto le decisioni dei Comuni, ma noi seguiamo la volontà dei soci
Cortelazzo (Cvs) Prendiamo atto del voto espresso democraticamente dai diversi Consigli