Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Servizio idrico, rebus-fusione In Polesine il No all’offensiva

I contrari, guidati dal capoluogo e con Adria, al 30% delle quote

- Nicola Chiarini

Il percorso di fusione tra «Polesine Acque» e «Centro Veneto Servizi» (Cvs) procede a due velocità, tra il passo spedito verso il Sì tra i 59 municipi dell’ambito Bacchiglio­ne (Bassa Padovana) e le incognite dei 52 del bacino polesano, in cui rientrano anche la veneziana Cavarzere e la veronese Castagnaro.

Il no espresso mercoledì dal consiglio comunale di Rovigo (16,91% delle quote ponderate tra abitanti e valore delle reti infrastrut­turali nel territorio, secondo quanto pubblicato sul sito web della società in allegato all’ultimo bilancio) rischia d’imporre una battuta d’arresto al percorso.

Il tutto a maggior ragione dopo la «dichiarazi­one di guerra» lanciata da Palazzo Nodari con Adria (1,28%), Crespino (1,04%), Gavello (0,26%), Giacciano con Baruchella (1,04%), Trecenta (2,07%).

Questi ultimi tre municipi hanno già detto no e si attendono le contrariet­à di Ficarolo (1,04%), Gaiba (1,04%), Lusia (2,07%), Papozze (0,29%), San Bellino (1,04%), Stienta (0,96%), Villanova del Ghebbo (1,04%).

Al momento, quindi, poco più del 30% del pacchetto in Polesine sarebbe orientato al no alla fusione. Però la partita si annuncia apertissim­a da qui a fine maggio quando tutti i consigli comunali dovranno essersi pronunciat­i, raggiungen­do almeno il 66,67% dei Sì per dare l’ok finale all’aggregazio­ne.

I critici sostengono che il Polesine avrebbe troppo poco peso nel nuovo soggetto «Acque Venete», col 22% delle azioni, senza contare che le concession­i per «Cvs» scadono nel 2026, mentre per «Polesine Acque» nel 2038.

Tra i soci Cvs, finora, si sono pronunciat­i 27 consigli comunali, pari al 43,74% delle quote, con 24 sì (equivalent­i al 41,44%) e 3 no (Barbona, Bovolenta, Carceri pari al 2,3%).

Dopo il voto di Rovigo, gli amministra­tori delle due società tengono un basso profilo. «Prendiamo atto del voto espresso democratic­amente» osserva l’ex consiglier­e regionale di An Piergiorgi­o Cortelazzo, vicepresid­ente di «Cvs» e reggente della società, dopo le dimissioni del presidente Giuseppe Mossa.

Misurato anche Alessandro Ferlin, presidente di «Polesine Acque». «Come amministra­tore rispetto tutti i pronunciam­enti dei Consigli - premette noi stiamo procedendo secondo la volontà dei soci. A fine maggio il percorso sarà compiuto e vedremo con quali esiti». Divisi i sindacati: a favore la Cisl, contrari Cgil e Uil.

Ferlin (Polacque) Rispetto le decisioni dei Comuni, ma noi seguiamo la volontà dei soci

Cortelazzo (Cvs) Prendiamo atto del voto espresso democratic­amente dai diversi Consigli

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Verso le nozze La sede di «Polesine acque», gestore del servizio idrico integrato

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