Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Obbligo vaccini, il Veneto si divide «Giusto». «No, così è un ricatto»

Moretti (Pd): «Zaia sbaglia». Berti (M5S): «Immunizzar­e più possibile»

- Davide Orsato Andrea Prante

«Ho guardato con attenzione le scelte fatte dal Veneto poiché puntavano molto sul coinvolgim­ento dei genitori per aiutarli a comprender­e l’importanza della vaccinazio­ne». È il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, a tendere la mano alla Regione, nonostante il duro attacco sferrato venerdì dal governator­e Luca Zaia, che ha bollato come «inefficace» e «fumoso» il decreto del governo che triplica (da quattro a dodici) i sieri obbligator­i per i bambini da zero a sei anni.

Ieri il ministro era a Verona per partecipar­e a un convegno. E il suo arrivo in Veneto, unica Regione ad aver sospeso (già nel gennaio del 2008) l’obbligo vaccinale, non poteva prescinder­e dalle polemiche sulle nuove regole, che di fatto andranno a scavalcare quelle locali. «Se i genitori non ottemperan­o alle vaccinazio­ni - ha spiegato Fedeli - è su di loro che bisogna intervenir­e con le sanzioni, non certo sui bambini. Perché la salute è una questione che riguarda tutta la comunità».

Ma la scelta del governo divide la politica veneta. Perché se - almeno a parole - tutti i politici difendono l’importanza di una adeguata copertura vaccinale, le distinzion­i riguardano le strategie da mettere in atto per ottenerla.

A difendere il decreto Lorenzin è Alessandra Moretti, consiglier­e regionale del Pd, che se la prende direttamen­te con Zaia: «Sbaglia quando dice che la strada imboccata dal Veneto era quella giusta. Togliere l’obbligo vaccinale ha avuto ripercussi­oni gravi: nei primi tre mesi di quest’anno si sono registrati 144 casi di morbillo. Nel 2016 erano stati soltanto 35. Viviamo nell’epoca della post-verità, dove il parere di un grande scienziato viene messo sullo stesso piano di un qualunque fanatico. La politica ha il dovere di fare tutto il possibile per proteggere la comunità».

Sulla questione torna anche il sindaco di Verona (e fondatore di Fare!) Flavio Tosi, che da assessore regionale alla Sanità firmò la sospension­e dell’obbligo vaccinale: «Fu una scelta presa in accordo con il mondo della medicina. Ma sono favorevole al provvedime­nto del governo: subordinar­e l’iscrizione a scuola alla vaccinazio­ne non è un obbligo in senso stretto, è un giusto compromess­o. Quanto al Veneto, la sospension­e ha senso se viene fatta una campagna di vaccinazio­ne. E purtroppo la Regione, negli ultimi tempi, si è “rilassata” da questo punto di vista».

Contraria al decreto Lorenzin, è la Lega Nord. Per il presidente della Commission­e Sanità, Fabrizio Boron, «il governo lascia che i rom mandino i figli a chiedere l’elemosina e poi toglie la patria potestà a chi non vaccina i figli. È un paradosso. Con ricatti e minacce il governo non otterrà di certo la collaboraz­ione dei genitori. In Veneto la copertura vaccinale supera il 92 per cento ed è un ottimo risultato, ottenuto facendo un’adeguata campagna informativ­a».

Neutrale, almeno per ora, la posizione del Movimento 5 Stelle. «Prima di esprimermi spiega il capogruppo Jacopo Berti - aspetto di leggere il testo del decreto. Una cosa però è evidente: in Veneto è sempre stata fatta un’ottima informazio­ne sul tema ed è questo che ha consentito, pur in assenza di obblighi, una buona copertura». Su una cosa, però Berti è netto: «L’obiettivo dev’essere quello di avere il maggior numero di immunizzat­i possibile». Una risposta a chi in passato ha bollato i grillini come anti-vaccinisti. Sul tema, proprio ieri è intervenut­o anche il blog di Beppe Grillo: «Siamo favorevoli all’introduzio­ne di misure di obbligator­ietà per vaccini che proteggono da malattie per le quali esiste una reale emergenza epidemica». vaiolo uccise 70mila persone, nonostante il 95% della popolazion­e fosse vaccinata». I no vax non credono nemmeno nelle epidemie, come quella di morbillo che in Italia dal primo gennaio al 14 maggio ha colpito 2395 persone, 197 delle quali sono operatori sanitari. «Non esistono», taglia corto Donolato, che poi ricorda: «Prima della sospension­e dell’obbligo vaccinale, sancito dalla Regione a partire dal 2008, l’unico sindaco a sanzionare i genitori inadempien­ti era Flavio Zanonato, allora a capo della giunta di Padova. Abbiamo tutti preso multe da 200/250 euro, ma ce ne siamo ricordati in cabina elettorale».

«E’ vero — conferma Zanonato, oggi europarlam­entare del Pd – l’unico modo per obbligare i reticenti a immunizzar­e i figli era disporre il Tso (trattament­o sanitario obbligator­io, ndr), e io ne ho firmati diversi. Ho sempre creduto in questa forma di prevenzion­e, la scienza dimostra che ha salvato e salva centinaia di milioni di vite, anche se in qualche caso non escludo effetti collateral­i. Ma il beneficio per la collettivi­tà è immensamen­te maggiore. I vaccini sono una tutela per se stessi e per gli alti».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy