Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Obbligo vaccini, il Veneto si divide «Giusto». «No, così è un ricatto»
Moretti (Pd): «Zaia sbaglia». Berti (M5S): «Immunizzare più possibile»
«Ho guardato con attenzione le scelte fatte dal Veneto poiché puntavano molto sul coinvolgimento dei genitori per aiutarli a comprendere l’importanza della vaccinazione». È il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, a tendere la mano alla Regione, nonostante il duro attacco sferrato venerdì dal governatore Luca Zaia, che ha bollato come «inefficace» e «fumoso» il decreto del governo che triplica (da quattro a dodici) i sieri obbligatori per i bambini da zero a sei anni.
Ieri il ministro era a Verona per partecipare a un convegno. E il suo arrivo in Veneto, unica Regione ad aver sospeso (già nel gennaio del 2008) l’obbligo vaccinale, non poteva prescindere dalle polemiche sulle nuove regole, che di fatto andranno a scavalcare quelle locali. «Se i genitori non ottemperano alle vaccinazioni - ha spiegato Fedeli - è su di loro che bisogna intervenire con le sanzioni, non certo sui bambini. Perché la salute è una questione che riguarda tutta la comunità».
Ma la scelta del governo divide la politica veneta. Perché se - almeno a parole - tutti i politici difendono l’importanza di una adeguata copertura vaccinale, le distinzioni riguardano le strategie da mettere in atto per ottenerla.
A difendere il decreto Lorenzin è Alessandra Moretti, consigliere regionale del Pd, che se la prende direttamente con Zaia: «Sbaglia quando dice che la strada imboccata dal Veneto era quella giusta. Togliere l’obbligo vaccinale ha avuto ripercussioni gravi: nei primi tre mesi di quest’anno si sono registrati 144 casi di morbillo. Nel 2016 erano stati soltanto 35. Viviamo nell’epoca della post-verità, dove il parere di un grande scienziato viene messo sullo stesso piano di un qualunque fanatico. La politica ha il dovere di fare tutto il possibile per proteggere la comunità».
Sulla questione torna anche il sindaco di Verona (e fondatore di Fare!) Flavio Tosi, che da assessore regionale alla Sanità firmò la sospensione dell’obbligo vaccinale: «Fu una scelta presa in accordo con il mondo della medicina. Ma sono favorevole al provvedimento del governo: subordinare l’iscrizione a scuola alla vaccinazione non è un obbligo in senso stretto, è un giusto compromesso. Quanto al Veneto, la sospensione ha senso se viene fatta una campagna di vaccinazione. E purtroppo la Regione, negli ultimi tempi, si è “rilassata” da questo punto di vista».
Contraria al decreto Lorenzin, è la Lega Nord. Per il presidente della Commissione Sanità, Fabrizio Boron, «il governo lascia che i rom mandino i figli a chiedere l’elemosina e poi toglie la patria potestà a chi non vaccina i figli. È un paradosso. Con ricatti e minacce il governo non otterrà di certo la collaborazione dei genitori. In Veneto la copertura vaccinale supera il 92 per cento ed è un ottimo risultato, ottenuto facendo un’adeguata campagna informativa».
Neutrale, almeno per ora, la posizione del Movimento 5 Stelle. «Prima di esprimermi spiega il capogruppo Jacopo Berti - aspetto di leggere il testo del decreto. Una cosa però è evidente: in Veneto è sempre stata fatta un’ottima informazione sul tema ed è questo che ha consentito, pur in assenza di obblighi, una buona copertura». Su una cosa, però Berti è netto: «L’obiettivo dev’essere quello di avere il maggior numero di immunizzati possibile». Una risposta a chi in passato ha bollato i grillini come anti-vaccinisti. Sul tema, proprio ieri è intervenuto anche il blog di Beppe Grillo: «Siamo favorevoli all’introduzione di misure di obbligatorietà per vaccini che proteggono da malattie per le quali esiste una reale emergenza epidemica». vaiolo uccise 70mila persone, nonostante il 95% della popolazione fosse vaccinata». I no vax non credono nemmeno nelle epidemie, come quella di morbillo che in Italia dal primo gennaio al 14 maggio ha colpito 2395 persone, 197 delle quali sono operatori sanitari. «Non esistono», taglia corto Donolato, che poi ricorda: «Prima della sospensione dell’obbligo vaccinale, sancito dalla Regione a partire dal 2008, l’unico sindaco a sanzionare i genitori inadempienti era Flavio Zanonato, allora a capo della giunta di Padova. Abbiamo tutti preso multe da 200/250 euro, ma ce ne siamo ricordati in cabina elettorale».
«E’ vero — conferma Zanonato, oggi europarlamentare del Pd – l’unico modo per obbligare i reticenti a immunizzare i figli era disporre il Tso (trattamento sanitario obbligatorio, ndr), e io ne ho firmati diversi. Ho sempre creduto in questa forma di prevenzione, la scienza dimostra che ha salvato e salva centinaia di milioni di vite, anche se in qualche caso non escludo effetti collaterali. Ma il beneficio per la collettività è immensamente maggiore. I vaccini sono una tutela per se stessi e per gli alti».