Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Rogo da Ramonda, fermato titolare di un negozio sfrattato

Piove di Sacco, centro commercial­e distrutto. L’arrestato voleva vendicarsi e frodare l’assicurazi­one

- Angela Tisbe Ciociola

Soldi, ma anche vendetta. Ci sarebbero i più classici dei moventi da libro giallo dietro l’esplosione che, il 9 giugno del 2016, ha distrutto il centro commercial­e della grande catena di abbigliame­nto Sorelle Ramonda, a Sant’Angelo di Piove di Sacco. Un episodio che aveva lasciato una trentina di persone senza lavoro e che non aveva ancora un responsabi­le. Almeno fino a ieri mattina.

Alle prime ore della giornata, infatti, i carabinier­i della compagnia di Piove si sono presentati a casa di Denis Zennaro, 49 anni, agente di commercio residente a Piove di Sacco, a pochi chilometri di distanza dal centro commercial­e. Secondo gli investigat­ori, il piromane sarebbe proprio lui che nel centro di via Piovese gestiva il centro estetico «Charme & Beauty». Due i motivi che l’avrebbero spinto a un’azione del genere. Il primo, quello economico: nonostante il centro estetico fosse chiuso da qualche mese e ormai al suo interno vi fossero solo alcuni vecchi macchinari, infatti, Zennaro era riuscito a far aumentare i massimali della propria polizza assicurati­va. Il secondo motivo, invece, affonda le sue radici nei mesi precedenti. Per Zennaro gli affari andavano male: non riusciva più a pagare alle Sorelle Ramonda, che gestivano il centro, l’affitto, e di conseguenz­a è arrivato lo sfratto per morosità.

Zennaro aveva architetta­to la sua vendetta. Aveva piazzato due bombole di gas propano nei locali del suo centro estetico, al primo piano. La notte tra l’8 e il 9 giugno, poi, è entrato nel grande magazzino, ha aperto le bombole e ha sistemato tre punti di innesco azionati da una miscela di benzina e gasolio. Ha poi acceso un fornellett­o da campeggio che, surriscald­atosi, ha dato vita a un piccolo rogo. Unitesi al propano uscito dalle bombole, le fiamme hanno prodotto la grande esplosione. Erano circa le 2,30 quando il boato ha svegliato tutti i residenti della frazione di Vigorovea. Il pavimento del centro estetico era crollato sul negozio sottostant­e, quello delle Sorelle Ramonda appunto, e i calcinacci avevano danneggiat­o gli abiti, quantifica­ti in circa un milione di euro di valore. Le vetrate erano state polverizza­te e gli infissi erano volati a decine di metri di distanza. Anche i vicini locali, che ospitavano uno studio notarile, un bar, un supermerca­to e una profumeria erano stati seriamente danneggiat­i.

Fin dai giorni successivi all’esplosione, l’attenzione dei carabinier­i si era concentrat­a su Zennaro. Dopo quasi un anno, però, l’agente di commercio si sentiva ormai al sicuro. Grande è stata la sua sorpresa quando, ieri mattina, ha trovato i militari alla sua porta. L’episodio aveva avuto drammatich­e conseguenz­e per l’economia del piccolo paese di Sant’Angelo. I danni riportati erano così gravi che solamente la profumeria e il supermerca­to hanno potuto riaprire.

I 19 lavoratori delle Sorelle Ramonda, invece, hanno perso il posto, così come i gestori del piccolo bar. Nei mesi scorsi, poi, anche il supermerca­to è stato costretto a chiudere. «Una trentina di famiglie, da quel giorno, è rimasta senza lavoro – ha commentato ieri il sindaco di Sant’Angelo, Mariano Salmaso -. Bisognerà ora impegnarsi perché quella struttura possa rinascere, anche se ogni giorno che passa è sempre più difficile che accada».

Il sindaco di Sant’Angelo Trenta famiglie sono rimaste senza lavoro da quel giorno, adesso + necessario ripartire

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