Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Progetti, sicurezza e disillusione tra via Anelli e il nuovo ospedale
I QUARTIERI EST (3) E SUDEST (4)
Residenti divisi sulle cose fatte e quelle da fare, ma il fagiolo piace a (quasi) tutti «Ci sentiamo trascurati»
Vasto e camaleontico com’è, negli ultimi anni ha cambiato volto più degli altri. E oggi vive nell’attesa di trasformazioni ancora più imponenti. Il Quartiere 3 Est contende all’Arcella il titolo di crocevia elettorale: qui Bitonci ha realizzato il fagiolo della Stanga e ha sgomberato il campo nomadi di via Bassette, sempre qui potrebbe sorgere (condizionale d’obbligo) il nuovo ospedale di San Lazzaro e il Cus di via Corrado è destinato ad allargarsi nei terreni dismessi di AcegasAps, dove l’ex deposito di carbone verrà convertito in palasport con palestra e piscina.
La rivoluzione del «fagiolo» ha messo tutti d’accordo, ma nel resto del quartiere si convive ancora con gli ingorghi: «Attorno alla Stanga il traffico è sempre molto sostenuto – conferma un automobilista -. Nelle ore di punta, in via Facciolati e a San Lazzaro è anche peggio di prima. E gli autobus che arrivano in zona industriale sono pochissimi». Sul fronte della sicurezza si respira un clima di disillusione: nemmeno la chiusura del campo nomadi ha suscitato grandi entusiasmi tra i residenti che non hanno digerito l’assegnazione degli alloggi popolari alla famiglie che vivevano in roulotte. In via Bassette resta solo l’erba incolta e una catasta di lamiere: «I nomadi si sono spostati di poco e continuano a sporcare – dice un barista di Mortise -. Dopo la chiusura della sala scommesse davanti alla Stazione inoltre il degrado si è spostato e lo spaccio avviene alla luce del sole, tanto che ho tolto i tavolini all’aperto per evitare problemi. La gente non reagisce e vive nella paura».
Trony, l’ultimo negozio di grandi dimensioni, ha chiuso tre anni fa e le vetrine vuote sono tante: «Il giro di clienti è sempre quello e molti residenti vanno a fare la spesa negli altri quartieri – dicono i negozianti -. Siamo fuori dal passaggio perché manca un polo di attrazione: speriamo che il nuovo ospedale si faccia davvero a San Lazzaro, così almeno si crea un po’ di movimento anche da queste parti». Stessa antifona per quanto riguarda via Anelli, dove Bitonci aveva avviato l’iter per convertire l’ex ghetto in studentato dopo un tira e molla ancora senza esito con i proprietari. La presenza di studenti nel quartiere è già aumentata grazie alle residenze Carli di via Martiri giuliani e dalmati e Colombo di via Einaudi, riaperte dall’Esu un paio di anni fa, mentre il Fiore di Botta ha rivitalizzato il parco Europa. A Terranegra tiene sempre banco la protesta contro la maxi-antenna, con il comitato che da anni chiede di spostarla. Per il resto, il quartiere assiste a iniziative disparate: a Forcellini i ciclisti chiedono il bike sharing; a San Lazzaro, dopo lo scandalo a luci rosse che ha travolto don Andrea Contin, la comunità si consola con la sagra della pappardella; a Ponte di Brenta l’ippodromo cerca di ripartire dopo una serie di contenziosi e ricorsi al Tar: «L’ultima gestione aveva privilegiato i grandi eventi ai servizi di prossimità – dice Elena Giacomin dell’associazione Pegaso -. Nel frattempo ho trasferito la mia scuola pony per bambini al parco della Farfalle di Mortise». «Per fortuna a Torre le scuole elementari hanno riaperto la palestra – esclama una mamma -. I lavori sono durati sette anni, prima mio figlio doveva andare fino a Ponte di Brenta ogni volta».
Se la cifra del Quartiere 3 Est è la frenesia, nel Quartiere 4 Sudest la vita scorre molto più placida. Il tram continua a dividere: da una parte i residenti che lo usano per andare in centro, dall’altra i negozianti che rimpiangono le auto. «È una perla», dice un pensionato. «Penalizza il passaggio», afferma il tabaccaio. Non a caso la giunta Bitonci ha realizzato una rotonda che aggira le rotaie in via Guizza e aveva approvato un progetto preliminare per modificare la viabilità in via Adriatica, dove in poche centinaia di metri ci sono ben sette semafori. La giunta Bitonci ha lasciato in dote la nuova sede della polizia locale, aperta in via Guasti dal 2015, e diversi interventi di ristrutturazione agli impianti sportivi. Di cantieri e infrastrutture non si parla molto: per chi vive tra Voltabarozzo e il Bassanello i problemi sono i marciapiedi, i lampioni e i cassonetti. «Da quando hanno chiuso il consiglio di quartiere ci sono meno iniziative culturali», osserva il cliente di un bar. E anche qui prevale la rassegnazione che supera di gran lunga la voglia di raccontare le intenzioni di voto: «I candidati sindaco promettono sempre e poi non fanno mai nulla, ormai non ho nemmeno più voglia di sfogarmi – dice il titolare di un panificio -. Le manifestazioni si fanno solo in centro, noi negozianti ci sentiamo trascurati. E si lavora sempre meno».