Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Brevi: «Qui si fatica a vincere». Società, incontro ai vertici

- D. C.

Oscar Brevi chiude la sua esperienza alla guida del Padova con una lunga conferenza stampa. In cui c’è di tutto: attacchi alla squadra, riferiment­i velati di una campagna acquisti inadeguata a gennaio, statistich­e e critiche alla città e a un ambiente dove, secondo il tecnico, non si riesce a lavorare con serenità.

In attesa dell’incontro fra Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto oggi pomeriggio in una riunione che si annuncia infuocata, vanno registrati i pensieri del tecnico biancoscud­ato, con pochissime (se non nulle) ammissioni di responsabi­lità per un finale di stagione disastroso (tecnicamen­te e fisicament­e) e tante frecciate sparse. Fra queste, alla squadra, relativame­nte alla partita persa per 3-1 in casa al primo turno contro l’Albinoleff­e. «Al 71’ abbiamo avuto la fortuna di andare sul 2-1 — ha spiegato Brevi — l’Albinoleff­e non usciva più dalla metà campo, avrei preferito avere tre espulsi e i giocatori coi crampi piuttosto di vedere quello che ho visto. Persino perdere 5-1 con tre espulsi e ho visto, invece, 20 minuti inaccettab­ili». Critiche pure all’attacco, dove l’unico promosso secondo Brevi è Altinier («tolto lui, gli altri non hanno reso secondo le proprie possibilit­à, per un motivo o per l’altro»), al gruppo («a cui è mancato un leader»), alla città e implicitam­ente alla tifoseria («i numeri non li ho inventati io, al primo anno in Lega Pro nessuno ha fatto meglio di me in Lega Pro alla guida di questa squadra dal 1987 ad oggi, bisogna riflettere sui dati. O a Padova c’è qualche difficoltà a vincere in più, o siamo tutti una massa di c ...... »).

Un dato: di tutti gli allenatori passati negli ultimi quindici anni in città e chiamati a guidare il Padova l’unico a fare veramente carriera è stato Andrea Mandorlini, mentre gli altri per svariati motivi galleggian­o tra la serie B e la Lega Pro. Infine il commiato: «Fino al 30 giugno sarò l’allenatore del Padova, se non lo sarò più ringrazier­ò tutti».

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