Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Consumo del suolo la legge che divide
Disegnare il futuro, tracciare le linee guida per la salvaguardia dell’ambiente che verrà lasciato alle prossime generazioni, trovando il giusto equilibrio con lo sviluppo economico della regione. Di questo si sta occupando il consiglio regionale, che sta analizzando i 26 articoli del progetto di legge sul consumo di suolo che mette insieme tre diverse proposte firmate negli ultimi anni da Luca Zaia (Lega), Marino Zorzato (Area) e Bruno Pigozzo (Pd). È una legge che sta già trovando un percorso in salita dentro l’aula (245 gli emendamenti proposti) ma che ha il suo più pesante ostacolo fuori dai palazzi della politica. Sono infatti i tecnici (architetti, ingegneri , geologi, Legambiente e altri) infatti a «bocciare» il testo.
La stroncatura arriva dagli esperti che il 27 febbraio hanno scritto una lettera al presidente della seconda commissione Francesco Calzavara elencando sette punti critici. In generale lo spirito della legge è condiviso, ma sono le specifiche attuative che la renderebbero uno strumento monco e depotenziato. I giudizi negativi arrivano da Giuseppe Cappochin, che oltre ad essere presidente del consiglio nazionale degli architetti, è a capo di Urbanmeta, una realtà che mette insieme molte anime del territorio regionale: architetti, ingegneri, agronomi, geologi, l’Università di Padova, lo Iuav, Consorzi di Bonifica, Gal (Gruppi di azione locale), gli psicologi, i sindacati, Confindustria, Legambiente e Ance. Urbanmeta era stata chiamata nel 2014 a definire un testo condiviso. Lo aveva fatto, ma sarebbe stato disatteso dai politici. Sono passati due anni, i testi sono diventati due e poi tre, e l’ultimo prodotto, sintesi delle proposte, viene demolito dagli esperti sin dal primo anello della catena, ovvero le definizioni di quello che definisce l’ambito di «urbanizzazione consolidata». La domanda principale è questa: quand’è che si comincia a consumare suolo? Quando si costruisce su un terreno agricolo o quando si costruisce e basta? Così recita la lettera di Cappochin: «La prima fondamentale questione riguarda se debbano essere contabilizzate come
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