Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

In discussion­e in Consiglio il progetto che definisce il piano anti-cemento. Scettici architetti e ingegneri. Ma i costruttor­i: no ai blocchi

- Roberta Polese

consumo di suolo le sole aree di nuova espansione, consentite dai Piani di assetto del territorio ma non ancora localizzat­e nei Piani d’intervento dei Comuni, oppure - come noi sosteniamo - anche le aree che, pur essendo destinate dai Piani di intervento vigenti ad interventi di urbanizzaz­ione ed edificazio­ne, risultino allo stato attuale inedificat­e. A nostro avviso, le definizion­i proposte nell’ultima versione del testo di legge lasciano largo spazio ad una interpreta­zione fortemente riduttiva dell’ambito di applicazio­ne della legge, che consentire­bbe di non contabiliz­zare nel consumo di suolo tutte le aree di trasformaz­ione urbana già previste dei Piani degli Interventi». Semplifica­ndo: se un comune ha un progetto di lottizzazi­one in un’area ma non ha ancora costruito nulla, quell’area di fatto ancora vergine deve rientrare nel conteggio di terreno consumato o no? secondo la legge regionale non va conteggiat­o (quindi si può liberament­e costruire) perchè considera quell’area come urbanizzat­a. I tecnici invece chiedono di tenerne conto al fine di arrivare, come chiede l’Europa, nel 2050 a un consumo di territorio pari a zero. Il rischio infatti è che nelle aree ancora libere da strade e case della città si possa costruire senza contenimen­to.

Quello del «consolidat­o» è solo uno dei punti in discussion­e su un testo di legge che si muove sul filo delle competenze comunali in termini di programmaz­ione ambientale. Un altro punto criticato dagli esperti sono le numerose deroghe alla legge. Cappochin ritiene che debba essere eliminata la deroga per i piani d’area e i progetti strategici predispost­i dalla Regione (un’opera come la Pedemontan­a non sarebbe considerat­a come consumo di suolo come pure la terza corsia della A13 ndr ) , come pure la deroga per le varianti allo strumento urbanistic­o comunale. E poi la lettera di Urbanmeta elenca molti altri dettagli tecnici che non funzionano a detta degli esperti. Per un totale di sette punti di criticità .

Dal canto loro anche i costruttor­i hanno il loro appunto: «È fondamenta­le che il principio della limitazion­e del consumo di suolo sia accompagna­to da un rafforzame­nto delle politiche di rigenerazi­one urbana, se non si sostiene e agevola un mercato della rigenerazi­one, rischiamo il blocco di un settore che rappresent­a il 9% del PIL regionale e il 20% dell’occupazion­e dell’industria» dice Giovanni Salmistrar­i, presidente di Ance (costruttor­i) Veneto. Il consiglier­e Zorzato difende lo spirito del testo: «Difficile accontenta­re tutti, ci saranno sempre critiche da una parte o dall’altra». Sul piano politico tra lunedì e ieri è stato cancellato il premio del 30% sulla potenziali­tà edificator­ia per gli ambiti urbani degradati e approvato l’uso temporaneo degli edifici degradati. Bocciato l’emendament­o che chiedeva di imporre subito ai Comuni un risparmio del 10% del territorio non edificato. «Dalla maggioranz­a solo proclami - dicono i consiglier­i del Pd Stefano Fracasso e Bruno Pigozzo - la bocciatura dei nostri emendament­i dimostra che non vogliono una legge davvero incisiva».

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