Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Da Verona a Padova concerti blindati e cani anti-esplosivo
Bandiere a mezz’asta nei palazzi pubblici Zaia: «Basta buonismi, servono leggi speciali» Il prefetto di Venezia: «Misure già al massimo»
Blocchi di cemento che solo un muletto riesce a spostare e cani anti-esplosivo a setacciare tutti gli spettatori. Nessuno escluso, nemmeno chi, in smoking e mise da sera, si appresta a gustarsi una prima in Arena in poltronissima. A poche ore dalla strage di Manchester, il ministero dell’Interno ha diramato un’informativa a tutte le prefetture, suggerendo di convocare immediatamente un Cosp (Comitato per l’ordine e la pubblica sicurezza) e innalzare le misure anti-terrorismo. E così ha fatto il prefetto scaligero, Salvatore Mulas.
La stagione lirica è alle porte, tra trenta giorni, il 23 giugno, debutta il Nabucco all’anfiteatro romano e per cento serate Verona potrebbe essere a rischio. Meglio, dunque, stringere sui controlli. Prima novità, la sistemazione di barriere anticamion e non i new jersey in plastica che si vedono di solito ai concerti, a rendere l’area di piazza Bra più sicura saranno pesanti blocchi di cemento in corso Porta Nuova e a fianco del Municipio. Ma non solo, a tutti gli ingressi dell’Arena ci saranno agenti con cani dell’unità cinofila anti-esplosivi. A loro il compito di evitare che siano introdotte bombe o altri meccanismi pericolosi. Inoltre, il Comitato ha deciso di accentuare i controlli sul deflusso del pubblico. Già a Capodanno, a Verona, erano comparse strutture anti-sfondamento, ora, in vista dell’estate, diventano fisse.
Ieri, non è stata solo Verona ad affrontare il nodo della sicurezza. A Vicenza saranno rafforzati i controlli alle manifestazioni estive e a Padova gli organizzatori di concerti sono in contatto con la questura per irrigidire i controlli. «Adotteremo ogni misura possibile – dice il questore berico Giuseppe Petronzi -, compresi i dissuasori in cemento, i “panettoni” già usati in passato per la Fiera dell’oro».
A Venezia, invece, per le caratteristiche della città d’acqua, è impossibile che un camion sfondi qualche campo e dunque non arriveranno barriere. Ma il livello di sicurezza è ai massimi livelli, da mesi, da quel 13 novembre 2015 quando gli jihadisti aprirono il fuoco nel locale parigino Bataclan, dove perse la vita la veneziana Valeria Solesin. È stato in occasione dei suoi funerali che la città ha toccato con mano come può essere assicurato il controllo nonostante canali, rii, calli e ponti. Piazza San Marco è stata serrata e chiunque entrasse doveva essere perquisito. Sui palazzi della piazza c’erano cecchini e ovunque agenti in borghese. «Non abbiamo convocato il Cosp – spiega la prefettura -, i livelli sono già al massimo, l’attenzione è altissima».
Ieri, nei palazzi pubblici di Venezia sono state ammainate, a mezz’asta in segno di lutto, le bandiere. «Il Bataclan che si portò via anche la nostra Valeria Solesin, il boulevard di Nizza, i mercatini di Berlino e molte altre croci ancora: siamo in guerra, di nuovo, anzi non ne siamo mai usciti - commenta il presidente del Veneto Luca Zaia -. Una guerra non convenzionale condotta da individui vili e senza dignità che colpiscono persone inermi e ragazzini in un momento di serenità». Per Zaia, servono leggi speciali, controlli «impietosi» fin dalle frontiere e, soprattutto, il buonismo va accantonato. «Il nemico, purtroppo, non ne fa: colpisce nel mucchio - conclude -, Non bisogna cadere nell’errore della generalizzazione, se non è vero che tutti gli islamici sono terroristi, è anche vero che tutti gli atti terroristici sono di matrice islamica».