Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Dall’acuto di Bartali al trionfo di Moser all’Arena di Verona
Nel 1936 si scala per la prima volta il Falzarego. Le vittorie di Coppi, i trionfi di Battaglin e Basso e gli attacchi di Merckx
È il 1936 ed è la prima volta che il Giro d’Italia passa in Veneto. Si scala il Falzarego e a vincere la tappa è Gino Bartali, non uno qualunque. La corsa rosa, nel corso degli anni, regala altri momenti indelebili, come la cronometro individuale da Soave a Verona grazie alla quale Francesco Moser recupera lo svantaggio su Laurent Fignon e vince il suo unico Giro d’Italia tra il tripudio dei suoi tifosi che lo aspettavano all’Arena.
Quante sono le grandi imprese legate al Veneto, nella storia del Giro? Tantissime, impossibile ricordarle tutte. Alcune però restano scolpite nella memoria, segnano in maniera indelebile il rapporto strettissimo tra il Veneto, la bicicletta, il ciclismo fatto sport e la fatica.
Da dove partire? Da lontano ma non troppo, in quel battito di ciglia che sono cento edizioni della corsa in rosa. Nel 1936, per esempio, si scalano per la prima volta le Dolomiti. Si sale, certo, ma come? Per bici i ciclisti hanno un cancello, ruote piene che scoppiano a ogni sasso aguzzo, strade sterrate e cambio a bacchetta che costringe a contorcersi in sella come una salamandra per mettere la catena sul rapporto adatto. Il primo passo dolomitico ad essere affrontato è il Falzarego e passa per primo, manco a dirlo, Gino Bartali, che andrà poi a vincere la corsa davanti a Giuseppe Olmo. Dieci anni dopo, nel primo Giro dopo la tragedia della Guerra mondiale, è subito duello tra Coppi e Bartali: sulle Dolomiti è il piemontese ad attaccare, a Pocol e sul Falzarego: arriva primo sul traguardo di Bassano ma Bartali riuscirà a tenere la maglia rosa fino all’ultima tappa per soli 47 secondi. Nel 1948 un «caso» che si trascinò dietro polemiche infinite. Tappa Cortina-Trento, Coppi si scatena sul Pordoi e va a vincere la tappa, la sua squadra accusa Magni, in rosa, di aver ricevuto spinte irregolari lungo i tornanti del passo dolomitico: reclamo, penalizzazione di due minuti a Magni che però resta primo nella generale. La Bianchi ritiene che non basti e fa ritirare Coppi e tutta la squadra dal Giro, che sarà poi vinto proprio da Fiorenzo Magni, il primo dei tre nel palmares del pratese.
Nei primi anni ‘80 per due volte l’incantevole scenario dell’Arena di Verona incorona il vincitore del Giro, sul medesimo tracciato, con i 42 km da Soave. Nel 1981 è il vicentino Giovanni Battaglin ad entrare in Arena con la maglia rosa addosso, dopo averla conquistata nelle ultimissime tappe
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