Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Vicenza si candida sotto il simbolo di terra del Palladio

- Gianmaria Collicelli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Dodici gare, una settimana di programmaz­ione, tre città coinvolte nelle prove ufficiali e molte altre nelle granfondo. Ma con un solo grande simbolo da presentare: le terre del Palladio. Sono queste le caratteris­tiche principali del sogno che Vicenza - e il Veneto - stanno cullando ormai da diversi anni: portare in terra vicentina il mondiale di ciclismo nel 2020. La candidatur­a vera e propria è «Vicenza-Veneto 2020», è nata quattro anni fa e porta la firma del comitato promotore, presieduto da Claudio Pasqualin. Il sogno è aggiudicar­si il campionato mondiale di ciclismo su strada nel 2020, a sette anni di distanza dall’ultima edizione italiana a Firenze (nel 2013) e 16 anni dopo il mondiale di Verona (nel 2004). «Siamo fiduciosi e crediamo che il Palladio possa darci un’arma in più», dichiara Pasqualin. Al centro del progetto del comitato, infatti, c’è proprio il genio dell’architetto padovano: nel programma presentato all’Uci (Unione ciclistica internazio­nale) tutte le 12 gare del mondiale terminano nella città del Palladio, mentre la gara regina dei profession­isti su strada (la domenica) parte da Venezia e termina a Vicenza, attraversa­ndo monumenti, palazzi e le ville venete, con un circuito ad anello nel finale sui colli berici. E poi c’è la gara a cronometro da Padova a Vicenza, le granfondo amatoriali, le prove dei giovani e delle donne. Il costo previsto di circa 13 milioni di euro per organizzar­e l’evento richiamere­bbe, secondo il comitato, «almeno un milione di persone lungo tutto il percorso delle gare». La candidatur­a ufficiale di Vicenza (e del Veneto) è stata inviata tre anni fa e a contenders­i l’edizione 2020 del mondiale con il capoluogo ci saranno la Colombia e l’Olanda. Nei mesi scorsi gli ispettori dell’Uci sono stati ospiti del comitato tre giorni per visionare percorsi e luoghi e ora non resta che attendere il prossimo 24 settembre, quando l’ente internazio­nale scioglierà la riserva al termine della gara iridata a Bergen, in Norvegia.

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