Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Da Pinarello a Carolo e Lievore La maglia nera è una storia veneta

Assegnata dal 1946 al ‘51 con un’eccezione nel 1967: ecco i rivali di Malabrocca

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Vincere la classifica al contrario, quando arrivare ultimo può dare fama, soldi, ingaggi per l’anno dopo. Insomma, non il derelitto per eccellenza, non il «frillo» dolente e triste. Ma uno sconfitto cosmico, grandissim­o tanto più grande è il distacco dal primo in classifica, la maglia rosa.

È la storia della maglia nera, l’ultimo della fila, il fanalino di coda. Una storia breve ma straordina­ria, che ha tra i suoi protagonis­ti almeno tre ciclisti veneti. La maglia nera al Giro fu assegnata in sole sei edizioni, dal 1946 al 1951, con un’eccezione nel 1967 in occasione della cinquantes­ima edizione della corsa. Fu abolita nel 1952 e a chiederlo furono gli stessi corridori: ritenevano, forse non a torto, che per la sua conquista venissero messi in atto espedienti e furbizie che poco avevano a che fare con la competizio­ne sportiva. Tant’è, la storia della maglia nera resta una delle più vivide nella memoria collettiva degli sportivi e degli appassiona­ti delle due ruote.

Dicevamo di tre veneti: i primi due sono gli autentici protagonis­ti della lotta per l’ultimo posto e i suoi premi: Giovanni Pinarello e Sante Carolo, che battagliar­ono con il piemontese Luigi Malabrocca. Il terzo è Lucillo Lievore, vicentino di Breganze, «vincitore» della maglia nera nel 1967 e passato agli onori delle cronache anche per la celeberrim­a intervista fattagli in corsa, mentre era in fuga nella tappa che arrivava a Vittorio Veneto, da Sergio Zavoli per il «Processo alla tappa». Partiamo da Nani Pinarello, che si aggiudica la maglia nera nel 1951, giusto prima dell’abolizione della stessa. Il trevigiano non è affatto

 ??  ?? Maglia nera Giovanni Pinarello in maglia nera nel 1951, quando concluse il Giro d’Italia all’ultimo posto
Maglia nera Giovanni Pinarello in maglia nera nel 1951, quando concluse il Giro d’Italia all’ultimo posto
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