Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Dal gossip su Belen a Coelho ora parrucchiere ed estetiste portano in sala scaffali di libri
Prevert accompagna la piega a casco, Liala la posa del colore, Jane Austen l’attesa prima dello shampoo, Coelho le meches. Belen, tronisti, principi, regine e Veline sono finiti stropicciati nel cestino, perché a Padova dal parrucchiere e dall’estetista le riviste di gossip hanno dovuto cedere il passo ai libri. Di tutti i tipi: narrativa, poesie, attualità, storia, architettura, design, letteratura per bambini. Dopo aver trionfato in caffetterie e bar-lettura, ora il fascino della carta entra pure nel regno della bellezza, per la sperimentazione «Libri nella testa», lanciata dalla Cna lo scorso 21 aprile, «Giornata mondiale della lettura», e ora in procinto di approdare nelle altre province venete. La Confederazione dell’artigianato ha fornito ai venti saloni aderenti in questa prima fase uno scaffale ecologico ciascuno e in totale un centinaio di segnalibri e 200 testi donati dalla Biblioteca civica di Este, dalla casa editrice «Proget», dalla libreria «Il mondo che non vedo» e da un privato.
«Il 60% dell’operazione è stata finanziata da Ebav, l’Ente bilaterale artigianato Veneto — spiega Silvia Veronese, responsabile del progetto per Cna Padova —. L’idea mi è venuta quando dal parrucchiere ho visto sempre più signore portarsi un libro da casa: ho pensato che fosse arrivato il momento di elaborare un nuovo sistema di promozione della categoria, anche per sfatare il luogo comune secondo il quale sceglie di fare l’acconciatore o l’estetista chi non può o non vuole studiare. Il progetto punta a conferire maggiore spessore alle imprese del benessere e a fidelizzare il cliente, offrendogli la possibilità di ingannare il tempo non solo o non più con le riviste patinate ma anche con storie, poesie, attualità». Funziona così: i volumi sono a disposizione di tutti, si possono leggere in salone o finire a casa propria, prendendoli a prestito. Come promemoria l’esercente consegna un segnalibro, che dunque invita pure il cliente occasionale a tornare. Se poi uno vuole tenersi il libro, può portarne uno proprio in cambio. «E’ una forma di bookcrossing che differenzia le nostre imprese dalle altre — aggiunge Silvia — i negozi aderenti esibiscono la vetrofania con il logo dell’iniziativa».
Ma come l’hanno presa le clienti? «Proprio oggi una signora mi ha ringraziata per averle fatto leggere Per questo mi chiamo Giovanni di Luigi Garlando, che racconta la storia di Giovanni Falcone e che le ha fatto capire molte cose — racconta Lucia Lionetti, proprietaria di un salone in centro a Padova —. Mi sono sempre rifiutata di tenere giornali di gossip, anche scontrandomi con diverse clienti, alle quali ho consigliato di portarseli da casa. Sui miei scaffali ci sono Cardarelli, Tagore, Prevert, Gibran, Donne
che corrono con i lupi di Clarissa Pinkola Estés, titoli di storia recente sull’Italicus, sul processo del 7 aprile, sulla strage di Bologna, e testi sulla cura del corpo o religiosi. Uno dei più richiesti — chiude Lucia — è la parabola del figliol prodigo. Ne ho dovute comprare due copie». E a chi obietta che il relax dovrebbe accompagnarsi al disimpegno, risponde Paolo Busatto, proprietario di «Hair Giulio Studio», negozio storico di Treviso: «Basta modulare il giusto mix tra libri, che da noi toccano anche il settore fashion, l’architettura e l’arte, e giornali più leggeri. Il cliente si può educare: nel mio salone abbiamo allestito mostre d’arte e design, perché il gusto del bello non ha limiti».