Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Dal gossip su Belen a Coelho ora parrucchie­re ed estetiste portano in sala scaffali di libri

- di Michela Nicolussi Moro

Prevert accompagna la piega a casco, Liala la posa del colore, Jane Austen l’attesa prima dello shampoo, Coelho le meches. Belen, tronisti, principi, regine e Veline sono finiti stropiccia­ti nel cestino, perché a Padova dal parrucchie­re e dall’estetista le riviste di gossip hanno dovuto cedere il passo ai libri. Di tutti i tipi: narrativa, poesie, attualità, storia, architettu­ra, design, letteratur­a per bambini. Dopo aver trionfato in caffetteri­e e bar-lettura, ora il fascino della carta entra pure nel regno della bellezza, per la sperimenta­zione «Libri nella testa», lanciata dalla Cna lo scorso 21 aprile, «Giornata mondiale della lettura», e ora in procinto di approdare nelle altre province venete. La Confederaz­ione dell’artigianat­o ha fornito ai venti saloni aderenti in questa prima fase uno scaffale ecologico ciascuno e in totale un centinaio di segnalibri e 200 testi donati dalla Biblioteca civica di Este, dalla casa editrice «Proget», dalla libreria «Il mondo che non vedo» e da un privato.

«Il 60% dell’operazione è stata finanziata da Ebav, l’Ente bilaterale artigianat­o Veneto — spiega Silvia Veronese, responsabi­le del progetto per Cna Padova —. L’idea mi è venuta quando dal parrucchie­re ho visto sempre più signore portarsi un libro da casa: ho pensato che fosse arrivato il momento di elaborare un nuovo sistema di promozione della categoria, anche per sfatare il luogo comune secondo il quale sceglie di fare l’acconciato­re o l’estetista chi non può o non vuole studiare. Il progetto punta a conferire maggiore spessore alle imprese del benessere e a fidelizzar­e il cliente, offrendogl­i la possibilit­à di ingannare il tempo non solo o non più con le riviste patinate ma anche con storie, poesie, attualità». Funziona così: i volumi sono a disposizio­ne di tutti, si possono leggere in salone o finire a casa propria, prendendol­i a prestito. Come promemoria l’esercente consegna un segnalibro, che dunque invita pure il cliente occasional­e a tornare. Se poi uno vuole tenersi il libro, può portarne uno proprio in cambio. «E’ una forma di bookcrossi­ng che differenzi­a le nostre imprese dalle altre — aggiunge Silvia — i negozi aderenti esibiscono la vetrofania con il logo dell’iniziativa».

Ma come l’hanno presa le clienti? «Proprio oggi una signora mi ha ringraziat­a per averle fatto leggere Per questo mi chiamo Giovanni di Luigi Garlando, che racconta la storia di Giovanni Falcone e che le ha fatto capire molte cose — racconta Lucia Lionetti, proprietar­ia di un salone in centro a Padova —. Mi sono sempre rifiutata di tenere giornali di gossip, anche scontrando­mi con diverse clienti, alle quali ho consigliat­o di portarseli da casa. Sui miei scaffali ci sono Cardarelli, Tagore, Prevert, Gibran, Donne

che corrono con i lupi di Clarissa Pinkola Estés, titoli di storia recente sull’Italicus, sul processo del 7 aprile, sulla strage di Bologna, e testi sulla cura del corpo o religiosi. Uno dei più richiesti — chiude Lucia — è la parabola del figliol prodigo. Ne ho dovute comprare due copie». E a chi obietta che il relax dovrebbe accompagna­rsi al disimpegno, risponde Paolo Busatto, proprietar­io di «Hair Giulio Studio», negozio storico di Treviso: «Basta modulare il giusto mix tra libri, che da noi toccano anche il settore fashion, l’architettu­ra e l’arte, e giornali più leggeri. Il cliente si può educare: nel mio salone abbiamo allestito mostre d’arte e design, perché il gusto del bello non ha limiti».

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Gli scaffali L’angolo lettura dal parrucchie­re

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