Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Referendum: tram o autobus elettrici? l’opposizion­e lancia una raccolta firme

Si ripete la votazione del 2000, quando lo scontro era tra gli ex sindaci Zanonato e Destro

- Davide D’Attino

Diciassett­e anni dopo, la storia potrebbe ripetersi. Ieri infatti l’opposizion­e di Palazzo Moroni, per bocca dell’ex sindaco leghista Massimo Bitonci, del capogruppo della lista civica che porta il suo nome Matteo Cavatton e di quello di Forza Italia Eleonora Mosco, ha lanciato una raccolta firme (ne servono almeno cinquemila) per fare un referendum comunale sul tram.

Proprio come successo nel 2000, di fronte al progetto di una linea tranviaria da Pontevigod­arzere alla Guizza (il Sir 1, entrato poi in funzione nel 2007), quando i padovani furono chiamati alle urne per scegliere quale mezzo adottare: quello su rotaia, sostenuto dal centrosini­stra dell’ex primo cittadino Flavio Zanonato, oppure quello su gomma, caldeggiat­o dal centrodest­ra che all’epoca era a capo del Municipio con Giustina Destro? Allora, come si ricorderà, vinse la prima soluzione con il 60,8% dei voti. E pure se la consultazi­one, malgrado si fossero presentati ai seggi più di 52mila elettori pari al 28,9% degli aventi diritto, fu dichiarata nulla perché non era stato raggiunto il quorum obbligator­io del 50%, il sindaco Destro si vide comunque costretta a rispettare la volontà popolare. Tanto da dare il via ai lavori per la realizzazi­one del tram su rotaia che, sette anni dopo, fu inaugurato dal suo successore/predecesso­re Zanonato. E adesso la storia potrebbe ripetersi dato che nel mirino dell’opposizion­e è finito il progetto di una nuova linea dalla Stazione a Voltabaroz­zo (Sir 3) per cui la giunta di Palazzo Moroni, a firma del primo cittadino Sergio Giordani e del suo vice Arturo Lorenzoni, ha chiesto al ministero delle Infrastrut­ture e dei Trasporti un finanziame­nto iniziale di 60 milioni di euro, nella speranza poi di ottenerne altri 120 per un ulteriore tracciato da Chiesanuov­a a Ponte di Brenta (Sir 2). «Nelle prossime settimane – tuonano Bitonci e colleghi – scopriremo se siamo davanti a un’idiozia amministra­tiva o a un’arma di distrazion­e di massa per nascondere il nulla che è stato fatto in questi primi tre mesi di legislatur­a. In particolar­e, balzano agli occhi due macroscopi­che stupidaggi­ni: quella di continuare a puntare su un mezzo obsoleto e costosissi­mo da mantenere come il tram su rotaia e, soprattutt­o, quella di farlo passare in via Facciolati. Se così fosse si tratterebb­e di un omicidio premeditat­o delle attività commercial­i della zona, proprio come accaduto in via Aspetti e in via Guizza».

Ed ecco spiegato perché, secondo la minoranza che siede in Comune, sarebbe necessario un referendum «per chiedere ai padovani se gradiscono quest’autentica follia partorita da Giordani e Lorenzoni o se invece preferisco­no il progetto di autobus elettrici che la nostra amministra­zione aveva elaborato». Ma la replica della giunta in carica non si fa attendere: «Quella dell’opposizion­e mi sembra una polemica sciocca e fuori luogo – scandisce Lorenzoni – Gli autobus elettrici, che pure adotteremo per sostituire quelli a gasolio e metano, non bastano perché una vettura può portare al massimo 90 persone contro le 200 del tram. Inoltre, il passaggio della linea in via Facciolati comporterà almeno il dimezzamen­to del traffico privato e porterà benefici, checché ne dicano Bitonci e soci, a chi lavora e abita lì attorno». Parole convinte, quelle del leader di Coalizione Civica. A dimostrazi­one che, a Palazzo Moroni, si aspettano di ottenere il finanziame­nto richiesto già entro la fine di quest’anno per procedere all’inizio dei lavori nel vicino 2019.

Bitonci È un’arma di distrazion­e per nascondere il nulla fatto finora Lorenzoni Questa operazione porterà benifici checché ne dica Bitonci

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Il nuovo tram Il mezzo scelto dall’amministra­zione è l’evoluzione dell’attuale tram

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