Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Referendum: tram o autobus elettrici? l’opposizione lancia una raccolta firme
Si ripete la votazione del 2000, quando lo scontro era tra gli ex sindaci Zanonato e Destro
Diciassette anni dopo, la storia potrebbe ripetersi. Ieri infatti l’opposizione di Palazzo Moroni, per bocca dell’ex sindaco leghista Massimo Bitonci, del capogruppo della lista civica che porta il suo nome Matteo Cavatton e di quello di Forza Italia Eleonora Mosco, ha lanciato una raccolta firme (ne servono almeno cinquemila) per fare un referendum comunale sul tram.
Proprio come successo nel 2000, di fronte al progetto di una linea tranviaria da Pontevigodarzere alla Guizza (il Sir 1, entrato poi in funzione nel 2007), quando i padovani furono chiamati alle urne per scegliere quale mezzo adottare: quello su rotaia, sostenuto dal centrosinistra dell’ex primo cittadino Flavio Zanonato, oppure quello su gomma, caldeggiato dal centrodestra che all’epoca era a capo del Municipio con Giustina Destro? Allora, come si ricorderà, vinse la prima soluzione con il 60,8% dei voti. E pure se la consultazione, malgrado si fossero presentati ai seggi più di 52mila elettori pari al 28,9% degli aventi diritto, fu dichiarata nulla perché non era stato raggiunto il quorum obbligatorio del 50%, il sindaco Destro si vide comunque costretta a rispettare la volontà popolare. Tanto da dare il via ai lavori per la realizzazione del tram su rotaia che, sette anni dopo, fu inaugurato dal suo successore/predecessore Zanonato. E adesso la storia potrebbe ripetersi dato che nel mirino dell’opposizione è finito il progetto di una nuova linea dalla Stazione a Voltabarozzo (Sir 3) per cui la giunta di Palazzo Moroni, a firma del primo cittadino Sergio Giordani e del suo vice Arturo Lorenzoni, ha chiesto al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti un finanziamento iniziale di 60 milioni di euro, nella speranza poi di ottenerne altri 120 per un ulteriore tracciato da Chiesanuova a Ponte di Brenta (Sir 2). «Nelle prossime settimane – tuonano Bitonci e colleghi – scopriremo se siamo davanti a un’idiozia amministrativa o a un’arma di distrazione di massa per nascondere il nulla che è stato fatto in questi primi tre mesi di legislatura. In particolare, balzano agli occhi due macroscopiche stupidaggini: quella di continuare a puntare su un mezzo obsoleto e costosissimo da mantenere come il tram su rotaia e, soprattutto, quella di farlo passare in via Facciolati. Se così fosse si tratterebbe di un omicidio premeditato delle attività commerciali della zona, proprio come accaduto in via Aspetti e in via Guizza».
Ed ecco spiegato perché, secondo la minoranza che siede in Comune, sarebbe necessario un referendum «per chiedere ai padovani se gradiscono quest’autentica follia partorita da Giordani e Lorenzoni o se invece preferiscono il progetto di autobus elettrici che la nostra amministrazione aveva elaborato». Ma la replica della giunta in carica non si fa attendere: «Quella dell’opposizione mi sembra una polemica sciocca e fuori luogo – scandisce Lorenzoni – Gli autobus elettrici, che pure adotteremo per sostituire quelli a gasolio e metano, non bastano perché una vettura può portare al massimo 90 persone contro le 200 del tram. Inoltre, il passaggio della linea in via Facciolati comporterà almeno il dimezzamento del traffico privato e porterà benefici, checché ne dicano Bitonci e soci, a chi lavora e abita lì attorno». Parole convinte, quelle del leader di Coalizione Civica. A dimostrazione che, a Palazzo Moroni, si aspettano di ottenere il finanziamento richiesto già entro la fine di quest’anno per procedere all’inizio dei lavori nel vicino 2019.
Bitonci È un’arma di distrazione per nascondere il nulla fatto finora Lorenzoni Questa operazione porterà benifici checché ne dica Bitonci