Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Tangenti per permessi di soggiorno funzionario patteggia quattro anni
Le carte dell’inchiesta che da un anno ha squassato l’Ufficio immigrazioni della questura di Padova raccontano che sono più o meno 400 le false regolarizzazioni di cittadini cinesi realizzate e certificate da impiegati e poliziotti pronti a scambiare permessi di soggiorno con bustarelle e guadagni illeciti. Documenti che ora torneranno sotto la lente d’ingrandimento della questura che dovrà valutarne la bontà, annullarli e poi organizzare le espulsioni di chi aveva pagato per aggirare i requisiti e trovarsi tra le mani uno status di cittadino italiano che non avrebbe potuto avere.
Il primo a venire scoperto dall’indagine coordinata dal pm Sergio Dini era stato – a settembre 2016 - Pierangelo Capuzzo, impiegato dell’Ufficio Immigrazione della questura, arrestato assieme a Xinmiao Chen, ventisettenne sedicente broker cinese ma in realtà gancio tra la comunità cinese padovana e l’impiegato di piazzetta Palatucci. Era Xinmiao a procacciare i clienti a Capuzzo, che ieri mattina ha chiuso i conti con la giustizia patteggiando 4 anni di carcere e versando (il bonifico è però ancora in viaggio) 15 mila euro allo Stato. Tre anni e 5 mesi invece è quello che ha patteggiato il suo socio cinese, con cui Capuzzo divideva le accuse di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, falso ideologico e materiale. A contarle tutte, partendo dal 2014, sarebbero circa 250 le regolarizzazioni sospette effettuate dal duo Capuzzo-Xinmiao che, secondo l’accusa, si intascavano i quattro mila euro pagati dal cinese.
Gli accordi prevedevano la consegna di 1.500 euro all’impiegato della questura, mentre il resto del denaro rimaneva nelle mani del gancio. Fatti due conti, Capuzzo si era costruito un bel gruzzolo di denaro a mille euro a pratica: oltre duecento mila euro su cui però gli investigatori non sono riusciti a mettere le mani. L’inchiesta non si è fermata ai due: a febbraio scorso il secondo troncone di un’indagine aveva portato in carcere Renzo Dalla Costa, sovrintendente capo della questura di Padova, accusato anche lui di aver ricevuto tangenti per regolarizzare i cinesi. Altri sei poliziotti sono indagati, con due avvocati e altri professionisti. Per Dalla Costa il pm Dini ha già chiesto il processo, che verrà celebrato a novembre in abbreviato.