Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Quattro sfidanti per il bar del Bo C’è anche una società vicina a Cl
Tre concorrenti partecipano al bando contro Mario «Bovis». Lui: «Sono ottimista»
Mario ha tre sfidanti. Sono quattro infatti le offerte in busta chiusa presentate in risposta alla manifestazione di interesse per il bar del Bo, dove Mario «Bovis» Sensi regna incontrastato da sessant’anni: la revisione dei criteri, modificati dall’Ateneo dopo la mobilitazione dei goliardi in difesa dello storico barista, non ha scoraggiato gli altri candidati, che cercheranno di ribaltare il pronostico per aggiudicarsi la gestione del locale; la loro identità per ora è top secret, ma sembra che almeno uno dei tre sia legato agli ambienti di Comunione e liberazione.
Il caso era scoppiato ad agosto, quando sull’albo di Ateneo era apparsa un’indagine di mercato per la concessione del locale fino al 2020, aperta a tutti i baristi che dal 2014 al 2016 avevano maturato tre anni di esperienza in strutture analoghe. Un fulmine a ciel sereno per Mario, 77 anni di cui 60 trascorsi dietro al bancone del bar, prima con la moglie e poi con la figlia Stefania. Anche perché la base d’asta alzava il canone di affitto da poche centinaia di euro a mille euro e Mario (noto tra i goliardi anche come il Principe del Bo) aveva fatto subito capire che a quel prezzo non poteva fare altro che gettare la spugna.
La decisione di avviare un’indagine di mercato era nata proprio perché qualcuno si era accorto che l’ultimo bando risaliva a una ventina d’anni e che l’importo dell’affitto, rimasto invariato da allora, era totalmente fuori mercato. La notizia però aveva suscitato una sollevazione popolare orchestrata dai goliardi e sfociata nel gruppo Facebook «Salviamo il bar da Mario al Bo», che in poche settimane ha raggiunto più di quattromila adesioni e ha permesso di raccogliere più di mille firme (su carta Scottex). Così, sull’onda delle proteste, il Bo ha deciso di introdurre alcune modifiche che vengono incontro alle esigenze di Mario: la nuova versione dell’indagine, prorogata dall’8 al 25 settembre, chiede «la continuità di rapporti tra personale del concessionario ed utenti» in grado di valorizzare «la tradizione culturale studentesca e goliardica presso la sede storica del bar», assegna un punteggio più alto «alla capacità di trattenere rapporti con studenti e/o associazioni studentesche nell’organizzazione di eventi specifici» e abbassa la base d’asta da mille euro a 500. Ora il Bo dovrà valutare se e quando avviare il bando vero e proprio in base alle candidature pervenute, per cui la tempistica è ancora incerta.
Intanto Mario (che ha presentato la domanda venerdì pomeriggio, dopo un’accurata preparazione) parte nettamente favorito. E nemmeno la presenza di altri candidati sembra spaventarlo: «Siamo fiduciosi – ha detto ieri il barista in coro con Stefania -. La cosa più importante di tutta questa vicenda è che abbiamo ricevuto tanto affetto e che abbiamo sempre dimostrato di volere bene all’università». A proposito: dopo il concerto della Polifonica Vitaliano Lenguazza che ha attraversato le piazze di Padova e ha rallegrato il cortile nuovo del Bo, i goliardi hanno in serbo un altro brindisi per Mario. Domenica infatti il Bo resterà eccezionalmente aperto dalle 16 alle 18 per festeggiare il sessantesimo anniversario con Mario dietro al bancone del bar: una festa su invito autorizzata dal rettorato e organizzata dal comitato per la salvaguardia del barista, che lavora lì dal 1957 e non ha nessuna intenzione di spostarsi.