Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Torture al figlioletto e all’ex moglie: condanna-stangata a 4 anni di galera
Quattro anni di reclusione, oltre ad una provvisionale di 30.000 euro alla ex moglie, per maltrattamenti in famiglia sia alla donna che al figlio minore. È stata esemplare la condanna di ieri al 35 enne disoccupato di Polesella C. F., accusato di maltrattamenti in famiglia dall’ottobre 2010 allo stesso mese del 2012.
L’avvocato difensore Laura Raimondi preannuncia già appello facendo leva su alcune incongruenze emerse nel corso del dibattimento in aula in Tribunale. Ad esempio C. F. era in carcere con misura cautelare da febbraio 2011 a luglio 2012 per una vicenda di estorsione. Nella penultima udienza dello scorso febbraio, però, C. F. si era visto appioppare da parte dei testimoni sfilati davanti al giudice la commissione di alcuni episodi di maltrattamenti proprio nei mesi nei quali era detenuto.
Le accuse dalle quali il 35 enne di Polesella si è dovuto difendere in Tribunale sono molto pesanti. Nei due anni per i quali è accusato C.F., per futili motivi quali una maglia stirata male o del cibo non cucinato secondo i suoi desideri, avrebbe lanciato tazze di caffè e acqua calda al figlio, nato nel 2007 (quindi tra i3 e i 5 anni al momento degli episodi contestati), bruciandolo con le sigarette e in un caso con un cucchiaio arroventato.
In altri casi il castigo al minore sarebbe stato altrettanto crudele: aglio e peperoncino infilati nella bocca del bimbo a forza. Poi avrebbe costretto il piccolo a vedere film horror o lo avrebbe gettato in malo modo sotto l’acqua fredda della doccia.
La donna, costituita parte civile nel procedimento e che ora potrà chiedere un risarcimento economico più alto in sede civile, sarebbe stata più volte minacciata e picchiata, costretta da C. F. ad occuparsi delle faccende domestiche col poco edificante invito: «Pulisci schiava».