Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Pulita, la rete dei campi

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Unione Europea con l’accordo di Kyoto che ha come obiettivo di arrivare al 2020 con la produzione di energia da fonti rinnovabil­i che raggiunga almeno il 20% del totale e con una contempora­nea riduzione del 20% della produzione di gas serra. In tal senso l’Ue ha fortemente spinto il mondo agricolo a intraprend­ere una strada “green”. Fin da subito abbiamo capito, però, che per rendere praticabil­e la via “verde”, in Italia e Fvg, era necessario avere aziende agricole di dimensioni maggior di quelle medie dei nostri territori e avere inoltre un’importante disponibil­ità di capitali da investire. La nostra idea – continua Tam - è stata, allora, quella di portare nel mondo agricolo un sistema già in uso da anni nel mondo industrial­e: abbiamo creato, cioè, un progetto con una base solida e un business plan credibile, ma abbiamo anche cercato il sostegno del mondo finanziari­o per la fase di start-up e lo abbiamo trovato in un fondo di investimen­to legato al Credit Agricole».

Provenendo dal mondo agricolo, il gruppo di imprendito­ri riuniti intorno a Greenway ha quindi ragionato con logica industrial­e, non solo mettendo a disposizio­ne della centrale di Bertiolo i terreni delle proprie aziende agricole, ma anche triplicand­o la massa critica attraverso l’affitto di ulteriori terreni da altri 30 agricoltor­i (vicini alla pensione o non più in grado di gestire i propri campi) garantendo loro un reddito di sicuro interesse attraverso coltivazio­ni utili alla produzione di biogas. In questo modo il Gruppo Greenway gestisce, fra proprietà e affitto, 600 ettari e distribuis­ce sul territorio circa 2 milioni di euro all’anno.

«Un altro aspetto interessan­te – aggiunge Tam – è che nei nostri campi, grazie al sistema della rotazione, non ci sono solo coltivazio­ni destinate alla biomassa, ma a periodi alterni su ciascun appezzamen­to ci sono anche coltivazio­ni destinate al settore ali- mentare, in particolar­e soia. Il che fa sì che i terreni siano destinanti alla produzione di coltivazio­ni per biomasse solo quando, a causa della necessaria rotazione, rimarrebbe­ro comunque improdutti­vi per il settore alimentare, che, a mio giudizio, è e deve rimanere la principale destinazio­ne dell’attività agricola. Va, infine, considerat­o che nei nostri campi utilizziam­o come fertilizza­nte il «digestato» (il residuo della fermentazi­one anaerobica che avviene nel “digestore” della centrale a biogas, ndr) il che ci consente di ridurre drasticame­nte i concimi chimici e di aumentare notevolmen­te la qualità del materiale prodotto attraverso l’apporto al terreno di sostanza organica». Un’attività “green” a tutto tondo, dunque, che il Gruppo Greenway intende sviluppare nei prossimi anni procedendo all’ informatiz­zazione del lavoro agricolo mutuando le tecniche dell’industria 4.0, avviando nuovi giovani al lavoro e iniziando la produzione di biometano.

Bilanci Evitiamo il consumo di tremila tonnellate di petrolio ogni anno, fatturiamo 5 milioni di euro e diamo lavoro a quaranta persone

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Soci Marco Tam (a sinistra) con Gabriele Gardisan

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