Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
L’ictus di maggio e il medico che l’ha salvato
«Sono un medico. E, quella sera, mi sono comportato come qualsiasi altro collega avrebbe fatto al mio posto». Se oggi Sergio Giordani può festeggiare i suoi primi cento giorni da primo cittadino, lo deve anche se non soprattutto a lui. Marco Zoccarato, 35 anni, neurologo all’ospedale Sant’Antonio di via Facciolati, era uno dei tanti militanti del Pd che, il 4 maggio scorso, affollavano la sala civica di via Piovese a Voltabarozzo. Quella in cui l’allora candidato sindaco, nel pieno della campagna elettorale, si è improvvisamente sentito male, non riuscendo più a parlare né a muovere braccia e gambe. «Ho capito subito che si trattava di qualcosa di grave – ricorda Zoccarato – Ho fatto stendere Sergio per terra e, sincerandomi che non perdesse conoscenza, ho chiamato l’ambulanza. Era un ictus, come sospettavo. Nei giorni successivi al malore, come ovvio, c’era molta preoccupazione. Sia per il quadro clinico che per le elezioni. Per fortuna però – sottolinea il medico – nessuno si è fatto prendere dallo sconforto, né Sergio, né i suoi familiari, né i componenti del suo staff. E così, dopo la settimana di ricovero, è stato possibile riprendere la campagna con un entusiasmo ancora più grande di prima». Zoccarato lo pensa, ma non lo dice. Proprio quella sera a Voltabarozzo, paradossalmente, Giordani ha cominciato a conquistare, passo dopo passo, la poltrona più alta di Palazzo Moroni. Non tutti i mali, alla fine, vengono per nuocere. (d.d’a.)